La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

• LA ETICITÀ DELLO STATO 377 possente preludio della storia moderna, perchè è con esso defini.tivo lo stacco, per quanto ancora in parte inconscio, dalla filosofia. antica. . La grande conquista del pensiero moderno, cosciente e chiara, era stata .quella della soggettività del reale, concetto del tutto nuovo ed ignorato dagli antichi e per tutto il Medio Evo, che prosegue la filosofia greca. Esso aveva trovato la sua prima espressione nella forma della personalità astratta e dell'individuo, onde la caratteristica di questo primo periodo del pensiero n1oderno si compendia in un termine: individualisn10. In Germania, nella seconda metà del sec. XVIII, s'inizia un più profondo rivolgimento campo delle idee. La conquista nuova e feconda è quella dell'interiorità del nostro pensiero, di quell'Io eh'~ radicato in fondo all'animo di tutti gli uomini, in una parola, del concetto di coscienza (autocoscienza). Fu Giuseppe Mazzini l'uomo che, portando a sviluppo e concretezza di dottrina, predicata come nuova fede di vita, il pensiero moderno, per primo comprese la necessità d'avviare a una nuova rivoluzione la società, e per primo inalzò la nuova bandiera: "Noi salutiamo l'alba d'un' Epoca - egli scriveva - e la rivoluzione presentita abbraccerà gran parte dell' Umanità ,, (1). . Il socialismo e la guerra, col valore di momenti dialettici, sono - dobbiamo ancora dire - il moto violento che porta i nuovi principi in atto. La mèta immediata della storia che viviamo, che richiederà da noi ancora per esser raggiunta aspre fatiche e dura lotta, è la costituzione dello Stato nazionale e democratico. Consolidata nella sua interezza, nell'interiorità dello Stato, la vera società degli uomini, il conseguimeuto di una vita veramente .sociale anche per le Nazioni, oppresse e smembrate fin' ad ora tra Stati rappresentanti di un principio morale decisamente superato, segnerà un grande passo innanzi e una gloriosa tappa nella storia dell'umanità, perchè quel che non è più possibile che oggi la coscienza moderna concepisca del cittadino, non può durare ad affern1arsi nella realtà per la vita degli Stati. Colla testimonianza della Storia e del moderno pensiero s'accorda, e su di essa s'eleva d'un grado, la voce del Grande che dorme a Staglieno, ma veglia su tutta la Patria, oggi più grande d' ieri, e veglia su tutte le Nazioni, su tutte le Patrie, per esser domani più grande di oggi. La mia parola non vuol confondersi con queHa di tanti ottusi laudatori. Da troppi già ei fu chiamato un precursore. Ma egli parlò agi' Italiani davvero un verbo che non fu compreso e non poteva esserlo forse allora. Torniamo alle sue parole noi ora che lo possiamo fare con spirito nuovo, con quello spirito che fu di lui; vi troveremo la comprensione intera ed il geniale sviluppù del valore pratico delle nuove concezioni. Noi oggi possiamo comprendere come sia l'Idea, il Pensiero, non l'arbitrio ma la libera volontà dell' uo~o, l'anima del mondo, e possiamo comprendere quel che significhi lo svolgimento di quel!' Idea, la rivelazione progressiva di Dio all'Umanità (2). (I) Fede e Avvenire, IV, in nota. (2) Non si deve intendere da tutto questo che compito della filosofia sia la formulazione d'una vuota precettistica, svolta dall'arbitrio dei filosofi, per un vuoto dover essere. Si raziocina sul r~ale, reale che non è _già fatto ma continuamente si fa, onde reciprocamente si convertono razionale e ~eale. e: Considerare qualcosa razionalmente non significa recare ad nn oggetto una ragione dall esterno e con essa elaborarlo, ma significa che l'oggetto è per sè stesso · l . i è • . . . • , , raziona e , qu lo spinto nella sua libertà, 11culmme supremo della ragione autocosciente, la quale si da Biblio eca ·Gino Bianco • I

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