La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

360 LA CRITICA POLITICA applicato dallo Stato di 338 milioni, salvo l'aggiunta di una quota non rilevante e non precisabile in questo momento, inscritta al nome di fittabili inl conto imposta di ricchezza mobile. L'on. De' Stefani ha fa~a di grande rettitudine, ma questo modo dr presentare le cose, nella questione del carico tributario della terra, non fa, veramente, troppo buona impressione. Il reddito del capitale e quello di puro lavoro non sono assolutamente confondibili, perchè questo rappresenta una spesa per ottenere quello, e anzi avrebbe dovuto essere aggiunto ai 9 miliardi di spese dr reintegrazione di capitali. Se il carico tributario della terra Io·sse di 9 miliardi e gravasse tutto sul reddito di capitale, l' on. De' Stefani ci v:errebbe a dire che il carico tributario della terra rappresenta appena pocopiù del terzo (9 su 26) del reddito. della terra? Nè è vero che il carico di tributo reale applicato dallo Stato al red- - dito della terra sia di soli 338 milioni. Questi 338 milioni rappresentano l'imposta fon diaria e quella agraria ; ma gli agricoltori pagano allo Stato alcune altre, parecchie altre imposte. Si tratta, sì, di imposte comuni ad altre categorie, ma vengono pagate anche dagli agricoltori, e qualcuna in misura non tenue. Se non ci fossero l'imposta fondiaria e quella agraria,. ma gli agricoltori pagassero allo Stato alcuni miliardi sotto un altro nome, l' on. De' Stefani ci verrebbe a dire che gli agricoltori non pagano imposte ? E perchè dhnenticare sempre che i comuni e le provincie sono a carico quasi esclusivamente degli agricoltori? L'on. De' Stefani ha l'aria d~ dire, nell'ultimo periodo citato : < Se gli agricoltori pagano dell'altro, la colpa è dei comuni e delle provincie, lo Stato non c'entra; lo Stato è· abbastanza morigerato verso di loro >. Probabilmente lo Stato c'entra anche lui; in ogni modo, se gli agricoltori non dessero quello che danno ai comuni e alle provincie, i comuni e le provincie dovrebbero tassare o tassare maggiormente altre categorie ; queste pagherebbero di menoallo Stato, gli agricoltori pagherebbero allo Stato di più: il risultato sarebbe sempre lo stesso, la somma delle entrate non varierebbe per l'uno, e per gli altri. Ma il ,reddito della terra è poi veramente quello che il Ministro ci dice? Si vorrebbe conoscere il procedimento per cui i tecnici sonogiunti alle conclusioni esposte dal De' Stefani. Giustamente il prof. Marsili Libelli, nel Giornale degli Agricoltori Toscani, osserva: Ma quelle son cifre fantastiche, e che si dimostrano erronee ad un esame anche superficiale. Basti vedere il prodotto lordo che va al lavoratore, sta-- bilito in un totale di 17 miliardi: i lavoratori della terra che in Italia sonoassai più che 9 milioni guadagnerebbero oggi appena 4 lire al giorno! Quella cifra di 35 miliardi è il prodotto di una certa quantità di merci p~r un certo prezzo unitario: ma come è stata stabilita la quantità, come il prezzo? Ad Biblioteca Gino Bianco

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