AMRNDOLA R LA DEMOCRAZIA 355 produttrice su cui delle correnti democratiche potrebbero fare assegnamento. Sono quelle non ancora coinvolte in quel processo di grosso capitalismo trustato e statizzato, che la guerra ha affrettato e a cui il fascismo ha dato una pubblica consa\!razione. Ma sopratutto, esiste la piccola borghesia, e, in genere, i ceti medii. Amendola vi si richiama espressamente. Questi ceti, sopratutto urbani, sono quelli che la situazione reazionaria ha percosso piìt duramente. E sono poi anche, in gran parte, i fattori più potenti della pubblica opinione, ossia dell'atmosfera stessa, in cui una politica è chiamata ad <>perare. I loro iniziali nuovi orientamenti si possono rilevare da due dati di fatto: l'intensità crescente, con cui essi si sono dati a costituire associazioni diverse, goliardiche, combattentistiche, politiche vere e proprie, di evidente inspirazione democratica; l'espressione di sentimento, che essi hanno avuto in occasione dall'assassinio dall'on. Matteotti, movendo dal quale si è dichiarato il loro schieramento in massa contro il regime. Ma, su questo terreno, la loro solidarietà con le classi operaie non può dar luogo a nessun dubbio. Il saluto, che Amendola rivolge ai < liberi lavoratori italiani > (in altro luogo, vengono piil precisamente circoscritti con la qualifica di < disciplinati >) coglie cosl nel segno ed indica un naturale alleato rterli sforzi per r~alizzare una rinnovata democrazia. Siamo pertanto nel quadro tipico delle moderne formazioni democratiche : dalla borghesia < lavoratrice> alla piccola borghesia proletaria piil che redditiera e, anch'essa, pertanto produttiva, e, da questa, alle classi lavoratrici organizzate. * * * Gli obiettivi formali di questa coalizione di forze sono, nelle attuali circostanze, molto chiari : si tratta di reintegrare il regime liberale, parlamentare e popolare. Ma nessun movimento politico può prescindere da obiettivi sostanziali, ossia da un suo materiale contenuto di interessi e di riforme. L'antiliberalismo fascista ha costituito la tutela di ristretti gruppi plutocratici e di più vasti gruppi agrarii, e anche la rinata libertà avrà il suo contenuto. Quale? In via generica non è difficile indicarlo: si tratterà di sviluppare nell'ambito di regole liberali comuni a tutti, la pressione diretta e legislativa, fuori dello Stato e dentro lo Stato, degli strati inferiori sugli strati superiori della popolazione. Ma questa pressione, si risolve, per forza di cose, in due processi: un processo di distribuzione e un processo di redistribuzione del reddito dalle classi a reddito alto alle classi a basso reddito (1). Tuttavia tali processi non possono, per varii ordini di considerazioni, compiersi da una democrazia con criterii eversivi, quali quelli propugnati ad es. dai comunisti. Il limite giuridico - il rispetto delle libertà - dell'azione democratica si risolve anche in un limite economico. E, pertanto, la democrazia mentre si accinge a intaccare i redditi delle classi superiori, non può non tener conto della loro relativa elevatezza, ossia il margine piìt o meno ampio che ·le diverse categorie di alti redditi offrono alle erosioni delle classi (1) Noi contestiamo che lo Stato possa assumersi questa funzione di redistributore di redditi; tale concezione intervezionista è in assoluto contrasto con la nostra concezione federalista, essenzialmente liberista. - (Nota della redazione). Biblioteca Gino Sia.neo
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