346 LA CRITICA POLITICA essa dotato. Il fatto < coscienza nazionale > ha reso possibile il sorgere di organizzazioni politiche assicuranti ai loro membri ~n certo grado- di. civiltà, su aree più vaste che il feudo o la città medievali. Ma su questo fatto si è voluto erigere la teoria che è la nazionalità che fa da base legittima allo Stato: cioè il possesso di certe caratteristiche antropologiche, filologiche, cultu~ali, psìcologiche : teoria la cui accettazione implica che su di una data area abitata da una popolazione non assolutamente omogenea, la minoranza_ deve o assimilarsi alla maggioranza o rimaner soggetta, dipendente ; chè se lo Stato la riconoscesse pari in diritti alla maggioranza, esso cesserebbe di riconoscer la nazionalità come sua base legittima. È la teoria che fu adottata da Tedeschi, Russi, Magiari, Turchi, fino a ieri rispettivamente in Alsazia Lorena, Polonia, Rumania, Asia Minore, Macedonia, ecc.: è una teoria che è molto in favore presso i nostri nazionalisti in riguardo del Trentino, della .Val d'Aosta, ecc. È una teoria che sacrifica i diritti individuali alla volontà collettiva e fa dipender questa da qualità relativamente accidentali, quasifisiche; che è profondamente illiberale antidemocratica e non può non _ schierar razza contro razza e popolo contro popolo. E che per di più non tien conto del fatto che, se mai, la < coscienza nazionale > il < principio di nazionalità > fu solo uno strumento di un istinto politico ben altrimenti più profondo : l' istinto della libertà basato sul senso della dignità umana scaturente dalla più elementare coscienza morale. Supponiamo per' un momento che l' impero Romano non si fosse sfasciato o che esso si fosse potuto evolvere in un reale Sacro Romano Impero abbracciante tutta la Cristianità europea e che le varie nazionalità europee si siano differenziate in esso senza separarsi l'una dall'altra, s) da apparir come provincie in un unico Stato europeo, allo stesso modo che gli Stati dell'Unione Americana sono iu realtà non più Stati, ma provincie di quell'unico vero Stato che è l'Unione americana medesima: ebbene ecco che noi avremmo uno Stato fondato come gli Stati Uniti, non su qualche cosa di relativamente accidentale, come la lingua, la razza, la cultura, ecc., ma sopra qualità comuni a tutti i suoi membri : la loro comune razionalità, il loro comune senso di giustizia, ecc. Non vi sarebbero state guerre d'indipendenza; l'interdipendenza sarebbe rimasta inviolata. · Noi sappiamo, in realtà che lo sfacelo del Governo centrale dell' Impero portò a uno sfasciarsi di questo in provincie, i cui funzionari divennero a poco a poco sovrani indipendenti, i quali anzi solo di nome .per qualche tempo furono anche sovran~ e in fatto derivarono ogni loro autorità dall'essere proprietari ed estesero lo Stato con l'estendere la loro proprietà, inclusa in questa le popolazioni, spesso etnicamente miste. Fino al secolo XVIII la teoria dello Stato, sul continente, fu completamente feudale ed ignoto ogni criterio di nazionalità. Se in Russia, in Austria, in Germania, ecc., i Principi del tempo avessero trattato egual- · Biblioteca Gino Bianco
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