I LA RIORGANIZZAZIONEDELLO STATO 339 nelle direttive dello Stato per ·tutti i problemi economici e dando luogo a innumeri funzioni parassitarie. Gli oneri fiscali diretti e indiretti si sono prodigiosamente decuplati nell' interesse della burocrazia e della plutocrazia, e ad essi si sono aggiunti gli effetti• della protezione doganale, i carichi delle assicurazioni sociali, i tributi verso i partiti i sindacati e i giornali, con una dispersione enorme di ricchezze tolte dal ciclo produttivo e immesse nel turbine vorticoso· del consumo voluttuario. In questo ordinamento macchinoso, ricco di una serie di organi improduttivi, il cittadino qualunque non ha più la possibilità di far sentire il suo peso e la sua volontà : egli è un atorno disperso, che non conta nulla ma paga le spese, cullato al suono di grandi frasi retoriche e di espressioni letterarie, le quali servono a disorientarlo e ad allontanare la sua attenzione dalle questioni concrete per quanto imperiose. Appare così la necessità inesorabile della semplificazione di questi congegni, e si pone il problema di una riorganizzazione statale, che, avvicinando lo Stato al cittadino, sottoponga le spese pubbliche al diretto controllo di chi paga i tributi, ed è quindi in condizione di giudicare se la spesa proposta rientri nella sua convenienza e nella sua potenzialità. La riorganizzazione dello Stato non è problema teorico e formale : 1 è problema concreto e sostanziale, perchè ha come suo obiettivo economico quello dell'alleggerimento degli oneri fiscali e come obiettivo politico quello dell'attuazione di un regime veramente democratico. La pressione fiscale in Italia è giunta ad un'altezza inverosimile; può considerarsi che le imposte dirette e indirette dello Stato, delle Provincie, dei Comuni, dei sindacati finiscano per assorbire un terzo del ~eddito nazionale : questo assorbimento di reddito a fini di consumo lo distoglie e.videntemente dagli investimenti produttivi con enorme danno dello sviluppo economico della nostra Nazione, che per le sue condizioni naturali è povera e ha bisogno più di altre di investimenti fruttiferi. Nessun partito politico in Italia ha la visione chiara di questo problema fiscale, che è ai:iche e sopratutto un problema sociale. Tutti i partiti si baloccano discutendo di epifenomeni più appariscenti, e dimenticano il cittadino contribuente, che è il protagonista primo della tragedia. Si parla di aiuti ali' industria, di incoraggiamenti all'agricoltura, di sviluppi imperiali : ma il migliore aiuto alle industrie, l' incoraggiamento unico alla agricoltura potrebbe essere dato alleviando la pressione fiscale ; quando minor ricchezza venisse sottratta agli investimenti produttivi, lo sviluppo economico dell' Italia diverrebbe tale da consentirci una reale indipendenza nei rapporti della politica estera e una civile espansione oltre i confini. Questa riorganizzazione non può conseguirsi con una valorizzazione dei corpi tecnici e delle organizzazioni sindacali, anche se gli ·uni e le altre non avessero un rigido carattere di partito. I corpi tecnici sono i m~no indicati per una visione organica dei problemi sociali: gli specialisti dell' igiene vorrebbero moltiplicare i medici, i disinfettori i vigili, Biblioteca Gi o Bianco I
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