La Critica Politica - anno IV - n. 8-9 - 25 settembre 1924

338 LA CRITICA POLITICA nel solito rischio che le Commissioni seppelliscano sotto la ponderosa mole delle relazioni le questioni sottoposte al loro esame. Il termine fissato doveva servire anche a fugare ogni sospetto che la < riforma costituzionale > costituisse solo un espediente interno di partito per I soddisfare contemporaneamente revisionisti ed oltranzisti, e per bene orientare con un appariscente < falso scopo » il tiro indiretto contro un invisibile bersaglio (1). Mentre essa lavora, senza che la stampa dibatta i problemi dell' indirizzo rurale e provinciale, non è inopportuno che. il nostro gruppo riaffermi e precisi le sue tesi, che, malgrado l' identità esteriore di alcune formule, non hanno alcuna affinità con quelle bandite dal Suckert e causticamente oppugnate da Giovanni Ansaldo. La profonda diversità fra la concezione nostra e quella _del Suckert non ha bisogno di illustrazioni. Il Suckert parte da premesse di autoritarismo i•ntransigente e quindi intollerante, mentre noi, partendo da premesse liberali, consideriamo dannosa ogni intransigenza e assurda ogni intolleranza : il Suckert ha una mentalità di partitante, e noi diffidiamo istintivamente di ogni partito, perchè nessuno di essi può avere il monopolio della Verità e della Giustizia, miti cui l'umanità tende senza poterli raggiungere. Egli parla di Stato unitario, e noi di Stato federale : egli identifica la provincia con i capi del fascismo provinciale, e i rurali con gli agrarii, mentre per noi la provincia è nelle diverse e molteplici energie locali che svolgono il loro lavoro al di fuori dei contrasti politici, ~ la campagna è prevalentemente costituita dalle masse contadine, c~e faticosamente arano la terra e tenacemente risparmiano, accrescendo giorno per giorno la ricchezza nazionale. La costituzione di uno Stato unitario in Italia fu forse una necessità · imperiosa, per cacciare lo straniero ed abolire il potere temporale dei pontefici senza turbare gravemente l'ordinamento sociale esistente; nei primi decenni dell'unità italiana questo ordinamento potè non riuscire soverchiamente oppressivo, per le limitate funzioni dello Stato e per l'esistenza di una classe dirigente patriarcale legata da saldi vincoli affettivi ai diversi campanili, tradizionalmente onesta nel senso più lato della parola. Con lo sviluppo del fenomeno plutocratico e burocratico lo Stato unitario ha mostrato tutte le sue tare : da ·un lato la burocrazia I • ha obbedito alla sua legge interiore, moltiplicando le funzioni statali e attribuendosi una capacità direttiva superiore di gran lunga a quella reale : dall'altro la plutocrazia, con le imprese bancarie e con le industrie protette, vi ha portato il suo virus di corrutela spregiudicata, influendo (1) Il Direttorio non ha tenuto conto del termine perentorio fissato dal Consiglio nazion·a1e, e non ne ha fatto cenno nella partecipazione di nomina ai Quindici. Ha inoltre esteso il compito della Commissione, dandole il mandato specifico di disciplinare le banche e la stampa e di apprestare una legge contro le associazioni segrete: e, perchè Michele Bianchi non si dolesse troppo della sua esclusione dai Quindici, ha collo'cato in prima linea la proposta dell'unico voto di fiducia del Parlamento al Ooverno. ·Biblioteca Gino _Bianco

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