La riorganizzazione dello Stato Questa rivista in quattro anni di vita ha mirato costantemente a porre in piena luce come problemi fondamentali della vita politica italiana la riorganizzazione dello Stato, la valorizzazione della provincia contro le metropoli e della campagna contro le città, indicando nel ,federalismo la soluzione organica dei problemi stessi. Da due mesi queste tre idee direttive sono apparse con diversa veste e con opposte finalità in una 11uova rivista decadale del fascismo, che giunta al suo quarto numero ha annunciato con il candore più genuino che le sue tesi erano state accolte in blocco <lai Consiglio nazionale del suo partito e che, attraverso la elaborazione del Comitato dei Quindici, avrebbero informato del loro spirito vitale la nuova Costituzione italiana. Curzio Suckert, constatando questo successo trionfale ottenuto con la pubblicazione di tre numeri della sua rivista, non è stato colto dal dubbio legittimo che la vittoria, facilmente ottenuta senza contrasti e senza' discussioni, sia più apparente che reale : non ha nemmeno avvertito che nell'ordine del. giorno votato dal Consiglio Nazionale è scomparso l' aggettivo < provinciale > con cui egli voleva qualificare la sua conquista dello Stato e che l'accenno < rurale > fatto daH'on. Mussolini cadde senza alcun seguito. Eliminate le caratteristiche < rurali e provinciali > la conf)Uista deliberata dal Consiglio nazionale perde sostanzialmente ogni valore, riducendosi al tentativo di diminuire il Parlamento elettorale e politico e di accrescere l' importanza di consigli tecnici e di organismi sindacali, subordinati però gli uni e gli altri al volere e alle direttive di un partito politico. Il Suckert chiama questo auspicato riordinamento col nome di Stato unitario, ma è evidente che la definizione datane dal Corriere della sera è 1nolto più esatta e ben rispecchia l'animo con cui il Suckert e i suoi vorrebbero riorganizzare lo Stato. L'ordinamento statale italiano, amplificazione di quello piemontese, è già unitario ; a indicare la nuova meta senza creare equivoci di parole, il Suckert potrebbe accettare il suggerimento ironico dell' Albertini, chiamando totalitario il suo Stato ideale, in cui le voci dissenzienti non avrebbero legalmente modo di farsi sentire, dando al partito dominante l'illusione ambita di non avere contro di se nè pensieri avversi nè forze contrastanti. Intanto la Commissione dei XV è stata nominata, e forse ha già iniziato i suoi lavori, cui il Consiglio Nazionale aveva fissato per la chiusura il termine perentorio della fine del mese corrente, non volendo incorrere Biblioteca-Gino Bianco \
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