QUALCHE IDEA SULL'ORDINAMENTODELLO STATO * * * 289 Come si vede le linee nelle quali abbiamo cercato di fermare alcune nostre idee sul problema della ricostruzione dello Stato sono se1nplici, anche troppo forse per coloro che si dilettano dei particolari. Ma non hanno nessuna pretesa di esser·e definitive. Esse intanto implicano - ed ·è quanto ci sembra avere importanza - un rovesciamento del modo di ,considerare e condurre la lotta politica. Si tratta di rinunciare ad ogni pretesa di conquistare lo Stato. Se c'è uno scopo comune generale, è appunto di rendere impossibile che lo Stato possa essere conquistato da una minoranza comunque costituita e numerosa. Senza di ciò è inutile parlare di una lotta per la libertà contro il fascismo. Si riproduranno sempre - sotto altro nome, a destra o a sinistra - le manifestazioni che caratterizzano tale .. fenomeno politico. Occorre che nessuno chieda o possa chiedere allo Stato ciò che deve chiedere solo alla propria iniziativa, alla propria attività, al proprio prestigio: che nessuno possa pretendere di vivere, prosperare, a spese della generalità e cioè per una condizione di privilegio creatagli dall' intervento dello Stato. Occorre che attorno allo Stato cessi la ressa dei postulanti. È in questa tendenza all'accattonaggio politico verso lo Stato (e non v'è partito in Italia il quale non abbia la responsabilità di averla incoraggiata I) la prima ragione della nostra inferiorità economica, della inerzia alla quale si sono condannate alcune zone in attesa di un miracolo che non verrà mai, della esistenza di un problema del Mezzogiorno. I socialisti specialmente - i quali col loro intervenzionismo hanno assai contribuito a sospingere le tendenze parassitarie del capitalismo - devono convincersi che il loro riformismo nulla ha creato e nulla potrà mai creare di solido per lt! classi lavoratrici. Tutto ciò che per la emancipazione dei lavoratori si costruisce sullo Stato è costruito sulla sabbia. Lo si è visto in Germania e in Austria dove il crollo dell'impero portò con sè anche le istituzioni sociali del proletariato. La ragione della estrema debolezza addimostrata dal movimento operaio in Italia è da ricercarsi, prima che altrove, nell'aver abituato i lavoratori ad avere nell'azione legislativa una fede assai maggiore che nelle proprie forze. La pratica del socialismo deve subire una revisione, riprendendo il motivo 1narxista che < l'emancipazione dei lavoratori sarà opera dei lavoratori stessi > intendendo la formula in senso costruttivo, e cioè che i lavoratori debbono essi creare, sviluppare .e for-tificare le istituzioni della loro difesa e _emancipazione e tenersele, , ,custodirsele senza cederle e senza legarle - per vantaggi momentanei e ipotetici - alle sorti mutevoli del potere politico. E allora si potrà anche parlare di una democrazia nello Stato. Ma bisognerà anche che la democrazia si applichi ovunque e comunque, senza essere cioè una manifestazione esteriore e formale. Non ci deve essere più posto per formazioni oligarchiche. I partiti che vogliono la democrazia, devono anzitutto applicarne le forme rigidamente nella loro Bibliotec Gino Bianco
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