La Critica Politica - anno IV - n. 7 - 25 luglio 1924

NOTE E COMMENTI 329· creando una sperequazione di trattamento fra giornali amici e giornali nemici del Governo >. Il Mondo, democratico costituzionale: < In nessuna delle ordinanze più arcaiche ed oppressive, che la storia delle persecuzioni rammenta, havvi un elenco di casi così vasto come quello delle ordinanze Mussolini, per autorizzare l'avvertimento del prefetto ed, in seguito, la soppressione. Alla frase tradizionale ·dei regimi della Santa Alleanza < false notizie > sono aggiunte quelle tendenziose; nè è richiesto che turbino effettivamente e gravemente, come allora si richiedeva, la pace pubblica. Ad un funzionario di polizia è lasciata la valutazione soggettiva di un pericolo anche virtuale; e restano al governo infiniti pretesti per ritenere ogni notizia d'intralcio alla sua politica estera o di danno al credito nazionale>. Il Mattino, filofascista di Napoli: < Non si può giustificare un atto che umilia e degrada la grande stampa di una nazione civile col pretesto che la stampa socialista fa quello che ha sempre fatto la stampa socialista, cioè tentare di disgregare con tutti i mezzi l'ordine liberale e bor-· ghese. Chi guadagna in questo giuoco sono i socialisti >. L'on. Massimo Rocca, in una intervista, si è espresso cosl : < Ho definito il decreto sulla stampa il decreto per la guerra civile ad uso dei comunisti >. È inutile poi dire quale sia sull'argomento l'opinione dei giornali repubblicani, socialisti e popolari. I liberali fiancheggiatori si distaccano. Ma il fatto politico nuovo, e che può essere destinato ad avere gravi conseguenze e che ad ogni modo è Biblioteca ·Gino Bianco indice certo di una situazione profondamente mutata, è nella posizione assunta dai liberali fiancheggiatori. Il Giornale d'Italia ha pubblicato in questi giorni una serie di articoli che sono senza alcun dubpio ispirati : in uno di questi dal titolo < Patti chiari amici cari> qualcuno ha creduto di vedere la mano e lo stile dello stesso on. Salandra. I liberali sono insomma preoccupatissimi della piega che va prendendo l'azione del governo e puntano i piedi. Dicono chiaramente che essi non intendono più essere < truppe di colore> a servizio del fascismo e sopratutto non vogliono essere trascinati al precipizio. Rivendicano perciò la più ampia libertà di azione. E. ·accusano esplicitamente l'on. Mussolini di venir meno alle promesse e agli impegni di normalizzazione assunti dinanzi alla Camera, dinanzi al Senato, dinanzi al re e di preparare la guerra civile per fini non chiari. Nel numero del 17 c. m. si scrive infatti così : < L'on. Mussolini è uomo dotato di estrema sensibilità politica ed è piuttosto mutevole in quelli ch'egli chiama gli atteggiamenti tattici. Tra lo stile del discorso al Senato e quello dell'articolo dettato per il Popolo d'Italia vi è una enorme differenza. Ci si dirà che questa è tattica, ma molte volte la tattica è piÌl decisiva della strategia. Ad ogni modo no i non potevamo rimanere indifferenti di fronte ai sintomi d'un evidente ritorno offensivo dell'estremismo fa-. scista, come le adunate di migliaia e migliaia di camicie nere, l' investitura ufficiale di Farinacci ad oratore d'ogni grande riunione fasci sta, il linguaggio dell'organo perso~ale del Presidente del Consiglio e sopratutto il decreto sulla stampa il quale fu sfoderato dall'onorevole Mussolini in Consiglio dei Ministri all' improvviso,.

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