• NOTE E COMMENTI 325 zione s'. è formata nelle f~le della mag- . g1oranza. Andiamo verso la liquidazione. La dichiarazione delle opposizioni. Le opposizioni hanno abbandonato l'aula del Parlamento, nè vi ritorneranno. È bastata la loro assenza per- -chè la Camera cessasse di funzionare. I lavori sono stati chiusi in fretta e si riprenderanno a novembre, se pure si riprenderanno. La farsa parlamentare è insomma finita. Le opposizioni si sono radunate per loro ieonto e hanno votato una dichiarazione al paese. Diciamo subito che la dichiarazione non ci soddisfa. È in- -certa, debole nelle affermazioni ; non è, come abbiamo detto sopra, la parola che si voleva e che si attendeva. Non solo: ci sembra che le opposizioni parlamentari abbiano dimen- ·ticato che, dopo avere impegnato la disciplina dei rispettivi partiti e della s tamr,a. il loro compito non è astenersi, ma dirigere. Ed ecco il documento delle opposizioni parlamentari: "L'Assemblea delle Opposizioni, riunita in Montecitorio il 27 giugno 1924; invia il suo commosso saluto alla memoria di Giacomo Matteotti barbaramente trucidato, che oltre le difierenze di parte, è divenuto nel suo tragico sacrificio il simbolo delle idealità di libertà e di ordine civile ,per il culto delle quali fu vilmente soppresso; e afferma anzitutto il comune proposito ....:.al disopra delle diverse concezioni politiche - di compiere ogni sforzo affinchè tali idealità siano rapidamente e completamente realiz- _zate ed il sacrificio di questa ultima vittima e la indignazione del Paese, riunificato nel cordoglio, non siano stati invano ; e l'Italia riabbia la sua pace e la feconda concordia civile. Biblioteca Gino Biancò Lo s_paventoso carattere del misfatto; diverso dalla generalità dei delitti politici perchè tramato da una congiura annidata all'ombra degli stessi poteri dello Stato, ha scosso la coscienza pubblica come la rivelazione di una mentalità e di un sistema politico che i più non avrebbero riputato possibili in Italia nel secolo presente e che erano rimasti finora velati dalla atmosfera di intimidazione che pesava sul Paese. Ma oggi nessuno più in buona fede può staccare questa ultima più tremenda espressione dell'odio di parte da una somma di manifestazioni ed atteggiamenti di governo, di partito, di stam- . pa, ispirati sistematicamente alla violenza ed alla denunzia degli avversari politici; e ad un insieme di azioni individuali o collettive, tutte dirette ad ottenere dalla soggezione del Paese quel consenso che tali metodi di partito e di governo sempre più allontanavano. Di qui la insistente esaltazione di uno spirito fazioso, la giustificazione della violenza nelle competizioni politiche, la pressione esercitata contro i lavoratori e le loro organizzazioni economiche e sindacali, la intimidazione iraconda agli avversari cui era " generosità ,, risparmiare la vita, la minacciosa riaffermazione della efficienza offensiva della Mili~ia; di qui la ostentata volontà di mantenere il potere con qualunque mezzo, la impunità dell'illegalismo solo talvolta deplorato a fior di labbra, più spesso incoraggiato, mai risolutamente ed adeguatamente perseguito : gli oppositori ufficialmente proclamati " nemici ,, e contro di essi bandito come legittimo un trattamento da nemici; nessuna voce levata a deplorare, nessuna misura concretata a colpire azioni delittuose palesamente comph:1te contro uomini ed istituzioni avverse.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==