La Critica Politica - anno IV - n. 7 - 25 luglio 1924

288 LA CRITICA POLITICA così per ciascun servizio un Consiglio Regionale e un Consiglio Nazio-· nale costituito dalle rappresentanze dei vari Consigli Regionali, preferibilmente un rappresentante per ciascuno di essi. Questi. nuovi organismi avrebbero il grande· privilegio di nascere vitali e cioè nelle condizioni di riassumere ciascuno per proprio conto quelle forme di attività che in materia agricola, industriale, commerciale e sociale lo Stato si è attribuite e fa male, incompletamente o pure non fa affatto. Per avere un' idea di ciò che potrebbero essere, non si può , assolutamente tener conto di ciò che sono ora le Camere di Commercio e i nati-morti Consigli provinciali di agricoltura. . Dai Consigli dei Servizi che insieme riuniti - nella regione e nella nazione per la trattazione di affari che li riguardino collettivamente é cioè rivestano un interesse economico e sociale comune - prenderebbero nome di Consigli Regionali e di Consiglio Nazionale dell'Economia, dipenderebbero le Comunicazioni. Ogni servizio dovrebbe avere facoltà d'iniziativa legislativa per tutti quei provvedimenti che richiedessero disposizioni di carattere generale o nazionale o implicassero un contributo finanziario dello Stato. Le proposte dovrebbero essere sempre sottoposte alla discussione del Consiglio Nazionale dei servizi. Spetterebbe poi alla Camera respingerle modificarle approvarle, traducendole in Leggi dello Stato. Si potrà osservare che v'è una certa analogia tra questo sistema d~ · organizzazione dei servizi e quello delle Assemblee tecniche e professionali da varie parti caldeggiato e teorizzato. E di fatti una certa analogia c'è. Con una differenza sostanziale però : che coll'altro sistema solo gl' interessi particolari ne trarrebbero impulso per una più razionale e intelligente opera di spogliazione. E la lotta per la conquista dello Stato si farebbe più viva che mai. AMMINISTRAZIONDEo.vrebbe appartenere ai Comuni e alle Regioni~ Autonomia dei Comuni nella loro costituzione, nel loro ordinamento interno, nei loro affari. L'Amministrazione unica, collo stesso modello per Milano come per Rocca Cannuccia, per un comune di 1nezzo milione di abitanti come per uno di mille, è una mostruosità tale che non chiede illustrazione'! La vigilanza am1ninistrativa dovrebbe essere esercitata dal1' ente regionale, non sul merito delle deliberazioni ma sulla loro regolarità, sulla scrupolosità e sulla esattezza dei sistemi amministrativi. A-Il'Ente regionale, oltre la vigilanza amministrativa [sui Comuni e sugli enti di beneficenza, spetterebbero le .opere pubbliche, la tutela del patrimonio artistico, le scuole secondarie e superiori (la sorveglianza su quelle elementari dovrebbe ritornare ai Comuni), la determinazione delle imposte ecc., tutto ciò insomma che ha riguardo alla vita della regione sia come iniziativa collettiva, sia come coordinazione di sforzi. BibliotecaGino Bianco

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