322 LA CRITICA POLITICA gli articoli sedisiosi, le notizie false, credete forse che il paese ascolterà una stampa castrata e tenuta al gni1:1zaglio? II paese si abbevererà alle fonti impure delle voci che corrono e delle eccitazioni verbali, tanto più attive, in quanto non potrà più credere alla stampa moderatrice e rettificatrice. Ma il decreto passerà, come passano tante cose vane. Ciò che non passa è la deficenza del senso di libertà, del gusto delle libertà, dell'amore per la libertà nel popolo italiano. C'è tutta un'opera da riprendere, alla quale si accingeranno forse le nuove generazioni : fare dell'Italia un paese moderno, l'opera iniziata con il Risorgimento e fallita in questi ultimi anni. GIUSEPPE PREZZOLINI DAL REGIME FEUDALE A QUELLO FEDERALE Nella nuova rivista l nostri quaderni pubblicata a Lanciano dal prof. Pappacena, Lamberto Naldini rileva che nella società moderna, con un procedimento analogo a quello che si verificò per la proprietà fondiaria nell'alto medio evo, la proprietà mobiliare si va accentrando in gruppi ristretti e che questi gruppi acquistano sempre più una preponderanza politica, ottenendo per sè e per i loro immunità e beneficii simili a quelli del regime feudale. La ricchezza torna a identificarsi colla sovranità politica; lo Stato nelle apparenze esteriori è pf]tentissimo, ma in realtà è alla mercè di queste baronìe plutocratiche e deve accrescerne sempre più l'indipendenza. Di fronte a questo risorgente f eudalesimo si delineano forze adatte a combatterlo e distruggerlo ? Il Naldini risponde in senso affermativo, e vede queste forze nella piccola industria, nel piccolo commercio e nella piccola proprietà fondiaria, e in unospostamento del centro della vita economica dalla città alla campagna. La grande metropoli moderna, la città tentacolare è soffocatrice; le masse ivi affluite dovranno rifluire nelle campagne portandovi il lievito di nuovi sviluppi economici: al posto dei pochi ricchissimi avremo i molti piccoli ricchi, decisi a combattere i nuovi feudatarii e a liberare lo Stato dall'asservimento che essi gli impongono. La forma politica di queste correnti economiche non può essere che il federalismo. In fondo - conclude il Naldini - federalismo è sinonimo di democrazia, di sovranità popolare: distrutta la burocrazia onnipotente, decentrate le funzioni dello ,Stato, avvicinato ogni cittadino all'amministrazione dei proprii interessi, l'oligarchia plutocratica non avrebbe più lo strumento per ricattare i poteri centrali, e lo Stato cesserebbe di essere un'astrazione atta a dissimulare · il prepotere di gruppi ristretti, per divenire continua e diretta creazione di . ' masse sempre piu numerose. Notiamo con piacere che nelle linee generali la concezione del Naldini si avvicina alla nostra, e che le tesi federaliste affiorano qua e là spontaneamente in gruppi diversi, come genuina espressione del bisogno di sottrarsi al soffocamento della plutoc,azia e della burocrazia, come affermazione imperiosa della vitalità dei ceti medii. Quando questi gruppi allargandosi troveranno il loro punto di contatto, il movimento federalista oggi inavvertito si porrà al primo piano nelle lotte politiche nazionali. Bìblioteca Gino Bianco·
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