La Critica Politica - anno IV - n. 7 - 25 luglio 1924

L'ERRORE DI MILLERAND 319 Se l' irresponsabilità politica del Capo dello Stato, in Francia e fuori -di Francia, è l'architrave che regge il complesso d' istituzioni d'una bene -ordinata repubblica, è pur necessario che, a sua volta, il Capo dello Stato assuma in pieno i doveri dell'alta magistratura. È impossibile d'essere, nello stesso tempo, partitante ed arbitro tra i partiti: irresponsa- .bile e fattore attivo nella politica nazionale : esponente dell' universalità dei cittadini e fautore di divisioni e di lotte politiche : per la contraddizion che noi consente. Alessandro Millerand è caduto vittima di questa -contraddizione. Invano i suoi avversari furono accusati di essere nemici ùella Repubblica e di attentare alle savie disposizioni della legge fondamentale. La Costituzione - nel suo spirito - era stata violata il giorno .in cui il Presidente della Repubblica volle innovare la prassi costituzionale e sovrapporre la sua volontà· a quella del Paese. Non per niente il nuovo Presidente, oa·stone Doumergue, prendendo il posto lasciato libero dal Millerand, volle assicurare l'Assemblea che l'aveva eletto, che egli si sarebbe tenuto estraneo alle gare dei partiti, per poter essere arbitro tra i partiti medesirni. Cosl dicendo, il nuovo Presidente rendeva omaggio alla Costituzione, e ristabiliva un equilibrio di poteri e di funzioni e di responsabilità che il suo predecessore aveva com1nesso !"errore di non .saper conservare. CESARE SPELLANZON IN AUSTRIA SI ERA PIÙ LIBERALI I L'Austria è stata calunniata. S'è detto che il decreto sulla stampa del go11ernofascista è un "decreto austriaco,,. Niente affatto! Lo possiamo dire ora .che l'Impero austriaco non c'è più, nè abbiamo una questione personale da spartire con esso. L'Austria era molto migliore della sua fama e al governo di S. M. .l'Imperatore degli impiccati non è mai passato neppure per la mente -di mettere la stampa in balia delle autorità politiche. In Austria, - scrive un lettore del Corriere della sera - dove vigeva la legge antiquata del 1862, c'era l'obbligo di presentare una copia del giornale .alla Procura di Stato ed una all'autorità di pubblica sicurezza contemporaneamente al principiare della distribuzione al pubblico. Se il Procuratore di Stato trovava alcunchè di incriminabile, ordinava il sequestro. Generalmente il se- .questro capitava, quando il giornale era già largamente diffuso in città. Il .sequestro doveva poi essere confermato dal Tribunale in Camera di Consiglio ; era raro il caso che esso non venisse con/ermato. Confermato il sequestro, il redattore responsabile del giornale poteva chiedere che la cosa fosse discussa in pubblico dibattimento in contraddittorio; con che si raggiungeva l'intento .di darvi la più ampia pubblicità. Altro mezzo assai in uso per portare a conoscenza del pubblico il tenore di articoli sequestrati, era quello di riportarli integralmente in una interpellanza da presentarsi alla Camera dei deputati o alla Dieta provinciale, essendo le pubblicazioni delle discussioni dei Corpi le- _gislativi immuni da sequestro. Nessuna autorità, nè giudiziaria nè amministrativa, poteva sopprimere un giornale. Anche la cauzione che si doveva depositare per la pubblicazione di giornali fu abolita da una legge del 1894. . Va inoltre osservato che il sequestro di giornali avveniva unicamente per combattere l'irredentismo,· esso aveva del resto finito col divenire a sua volta un mezzo di propaganda irredentista. Mai accadeva che si sequestrasse un giornale per c,:itiche al Governo, od all'autorità, per quanto esse fossero accese ! Biblioteca Gino· Bianco

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