La Critica Politica - anno IV - n. 7 - 25 luglio 1924

318 LA CRITICA POLITICA quello che niuno dei partiti francesi, tranne l'esigua frazione monarchica, os·a comunque di riproporre alla discussione ; non toccare alla vita costituzionale della Repubblica francese, fatta più grande, più forte, più gloriosa, dopo la prova fortunata dell'armi e della diplomazia. E il Millerand, in verità, non potè far ritoccare la Costituzione della Repubblica, nè si accinse, in nessun momento, alla da lui desiderata revisione. Tuttavia, fermo alla sua infelice opinione, cercò d'influire più direttamente e più arditamente sugli sviluppi della politica francese. Appena entrato ali' Eliseo dovette risolvere la crisi ministeriale, che s'era apérta a causa del suo passaggio dalla Presidenza del Ministero alla Presidenza della Repubblica: ed anzichè affidare l'incarico ad un uomo di prima linea, preferì il Leygues, che accondisces~ ad assumere l' ufficio conservando al potere tutti i membri del precedente Gabinetto : tanto che il nuovo • 1ninistero fu detto un ministero Millerand senza Millerand, sul quale il nuovo Presidente della Repubblica avrebbe potuto influire, e con il quale poteva continuare la sua politica ed affermare le sue vedute. Venuto, più tardi, al potere Aristide Briand, preconizzato al governo ancora quando vi pervenne il Leygues, la politica più moderata, più temporeggiatrice, più spontaneamente intonata a propositi di caute transazioni internazion~li, svolta da questo esperto ed equilibrato statista, il quale, tuttavia, non smentiva le direttive fondamentali della tradizionale diplomazia francese, questa politica non potè dare i risultati voluti. Quando il Briand trovavasi a Cannes, intento ad ardue trattative con Lloyd George sul duplice problema delle riparazioni e dalle garanzie diplomatico-militari reclamate dalla Francia, intervenne autoritariamente il Presidente della Repubblica ad arrestare il negoziato ; il Briand dovette precipitosamente tornare a Parigi ed abbandonare quindi il governo nelle mani di Raimondo Poincarè. Il Millerand, che nell'aprile del 1920 aveva dato il segnale della ripresa dell' invasione della Germania, suscitando un vivo conflitto tra la Francia e l'Inghilterra, di modo che il governo di .Londra impose alle armi francesi di sgombrare senza indugio Francoforte sul Meno, non poteva subire la politica di Aristide Briand ; volle imporre, invece, quella del Poincarè, diretta alla più pronta occupazione della Ruhr ed a soddisfare i propositi del < Blocco > nazionale dei partiti di destra. Allorchè, nel marzo di quest'anno, il Gabinetto Poincarè fu sorpreso da un voto sfavorevole alla Camera, il presidente Millerand fece conoscere il suo esplicito pensiero, affermando : < Il Presidente della Repubblica ha ferma < fiducia che il Poincarè farà un nuovo Gabinetto, il quale pokà conti- < nuare la politica di fermezza ali' estero, di ordine e di economia ali' in- < terno >. Il Presidente, evidentemente, aveva una sua propria politica che gli stava a cuore: a Evreux non ebbe egli forse occasione di pronunciare un discorso politico, che fu da tutti interpretato come un appello rivolto ai cittadini francesi elettori, perchè riversassero i loro voti sui candidati della destra ? Biblioteca Gino Bianco

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