La Critica Politica - anno IV - n. 7 - 25 luglio 1924

L'errore di Millerand Ali' indomani del successo conseguito dai radicali e dai socialisti fr~ncesi alleati, nella lotta elettorale dell' 11 maggio, si delineò all'orizzonte la probabilità d'una crisi presidenziale. Nei giorni che immediatamente precedettero, a Parigi, la convocazione della nuova Camera dei deputati, la crisi doveva considerarsi aperta. Le sinistre vittoriose dichiaravano l'incompatibilità del presidente Millerand all'altissimo posto da lui fino allora tenuto, con un governo che fosse l'esponente della volontà nazionale: e, infatti, il capo della nuova maggioranza, Herriot, rifiutando di accettare l' incarico di costituire un nuovo ministero dal Presidente della Repubblica, metteva il Capo dello Stato nella necessità di scegliere tra una penosa rinuncia e una pericolosa resistenza. I più autorevoli giornali conservatori di Parigi, accusarono bensì i radicali e i socialisti di voler compromettere la stabilità e l'autorità della Repubblica, mettendo per posta della vittoria elettorale il ritiro del Presidente Millerand. La funzione presidenziale - insisteva a dimostrare il Temps - è basata sull' irresponsabilità costituzionale del Presidente, ed ogni atto che menomi questo privilegio, connesso all'esercizio regolare e legittimo della suprema magistratura dello Stato, vulnera in pieno l'autorità del Presidente e l' integrità della Costituzione. Questo ragionamento, nelle sue caratteristiche fondamentali, è stringente e convincente. Ma era facile - e fu facile in verità - agli avversari del Millerand, di obiettare che, se il Presidente dev'essere costituzionalmente irresponsabile, ond' egli' in tutto possa adempiere alle altissime funzioni che dalla Costituzione gli sono demandate,. e possa ,erigersi a moderatore supremo della lotta trà partiti, e possa in qualsivoglia momento essere l'esponente supremo della nazione ali' interno ed all'estero, - è pur d'uopo che il Presidente sottragga se stesso aJla lotta dei partiti ed intenda la sua funzione con spirito superiore ed obiettivo, che non parteggi per questo ministero o per quello, che eviti ogni compromissione nelle giornate pre-elettorali, che abbia chiara coscienza dei doveri d' integrazione, di conciliazione, di moderazione, affidata alla sua autorità e al massin10 prestigio del suo ufficio. Alessandro Millerand, giunto dalla milizia del socialismo alle maggiori cariche dello Stato rep'ubblicano, non sempre corrispose, durante gli anni in cui rappresentò la Francia all' Eliseo, a questi doveri dell'alta magistratura. Il Millerand parve voler dimostrare un'altra volta che i più autoritari e i· più retrivi sono, fra i politici, quegli uomini che nella loro BibliotecaGino Bianco

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