La Critica Politica - anno IV - n. 7 - 25 luglio 1924

L'ASSOCIAZIONE DEI COMBATTENTI 315 dere. Spesso l' ira sopraffà la fredda considerazione delle inevitabili conseguenze <i' un gesto. L'affarismo bancario, ch'era il vero profittatore, non poteva prevedere quali reazioni sentimentali avrebbe suscitato il pericolo di uno scandalo nei suoi corrotti. E la voce, soffocata col sangue, oggi riecheggia centuplicata da una tomba ancora ignota. Il destino ironico ha voluto che un valoroso reduce pluridecorato, già acquisito alla Chiesa del Paracleto, che aveva succhiato a piazza del Gesù il più puro latte della democrazia, ed al Corriere Italiano s'era approfondito nei filosofici misteri del revisionismo, fosse destinato a squarciare col suo pugnale il pesante sipario di retorica che doveva nascondere allo spettatore il vero dramma. Probabilmente egli aveva appresa dalla commossa voce di Raul Palermi la leggenda di Hiram, e s'era proposto di ripetere il sacro rito iniziatico, con un po' di sangue vero, fra Lungotevere Arnaldo e Ponte Molle, nella raccolta intimità di un rapido mezzo di locomozione, caro alla sua memoria di lettore di Nick Carter e di Arsenio Lupin. La Storia giuoca di questi tiri alla Retorica: Il più efficace alleato di Giacomo Matteotti nello sgombrare il passo. da tutto l'inutile ciarpame di chiacchiere alla rivoluzione italiana, in marcia dal 1915, è stato Amerigo Dumini. CAMILLOBELLIENI ALTRI DIRITTI LOCALI CHE SE NE VANNO Per quanto nella relazione Mussolini sull'uso /atto dei " pieni poteri,, si affermi che nel campo alliministrativo l'opera del Governo vasta, efficace, utilissima (è la relazione che lo dice I) fu diretta "a dare ,naggiore respiro e iniziativa alle provincie, ai colliuni ed alle istituzioni di beneficenza" la Gazzetta Ufficiale continua a pubblicare decreti destinati alla sisteniatica soppressione dei pochi diritti locali che il vecchio reginie aveva avr,to il buon senso di rispettare. Eccone uno, eniesso il 23 maggio e cioè alla vigilia dell'apertura del Parlamento (al quale, almeno adesso che è fascista, si dovrebbe dare la parvenza di organo legislativo) che toglie ai Consigli Provinciali ogni facoltà d' intervento sia " su i cam.biamenti proposti alla Circoscrizione della Provincia, dei circondari, dei mandamenti e dei comuni " sia sulla nuova ripartizione delle circoscrizioni elettorali per la elezione dei Consiglieri della Provincia (5 consiglieri ogni circoscrizione) in applicazione della rifornia riflettente gli ordinanienti della pubblica amministrazione già decretata dal Governo. La vecchia legge 4 fe6braio 1915 (art. 242) lasciava ai Consigli Provinciali di deliberare sui cambianienti proposti. Quale rappresentanza in/atti, più diretta e legittima degli interessi locali f Come è possibile pensare che possano attuarsi modificazioni e spostanienti nell'orRanizzazione delle amministrazioni locali, abolire Comuni per costitu,irne deRli altri, passare un Coniune da una ad altra provincia, senza che gl'interessati, attraverso gli organi elettivi locali, ne discutano pubblicaniente, esaminino il pro e il contro, si esprimano in uno o in altro senso ? Sta bene che anche nel passato le decisioni ultinie dovevano venire dal Governo, non prirna però che avessero discusso e deciso gli organi elettivi interessati I Col governo fascista invece gl'interessati non centrano, il loro parere non è necessario, non interessa nem,neno. Il Governo può a capriccio fare e disfare, gli ordinamenti locali. Sicconie il decreto legge 30 dicembre 1923 sulla riforma amministrativa non aveva pensato ad annullare la facoltà concessa dalla vecchia legge alle Amministrazioni provinciali (forse per un residuo dispetto alle tradizioni locali) ha provveduto ora il nuovo decreto del 23·maggio. ,, Biblio•eca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==