,. 312 LA CRITICA POLITICA •erano diventate fittissime falangi, organizzate e regolarmente paganti. S'' intende che il grosso era formato da ex sovversivi che riparavano in una associazione ancora considerata come nazionale, e quindi rispettabile .... fino a un certo punto. I dirigenti, da principio antifascisti od afascisti, salvo in Toscana, dove le organizzazioni dei fascisti e combattenti erano cresciute di pari passo e d'ac- ~cordo, erano obbligati ad assumere un atteggiamento filofascista. Sotto il nuovo regime tutto sembrava risolversi in un embrassons-nous nazionale, collettivo. GLI INCONVENIENTI DELL'UNANIMITÀ Ma sotto la vernice tricolore distesa dovunque a larghe patriottiche pennellate, il dissidio fra fascisti e combattenti continuava ad esistere. I combattenti erano soci dell' A. N. C. perchè non fa_scisti. I fascisti, che avevano le braccia larghe e una indulgenza infinita, quando i sovversivi si accodavano alle loro . schiere, non ammettevano che altrettanto avvenisse nell' A. N. C. Essi erano i padroni della baracca e non tolleravano compartecipi, pericolosi poi come i combattenti, che appartenevano ad una generazione più matura, e potevano van- ·tare i diritti provenienti dal sacrificio compiuto, cosa che riusciva ai fascisti molto più difficile, perchè gran parte di essi non era arrivata a tempo, ed alcuni anziani s'erano imboscati. Inoltre l'organizzazione dei combattenti si avvicinava al milione ed era quindi una forza equilibrante quella fascista. Si riproduceva tale e quale la situazione delineatasi nell' Italia Meridionale l' indomani della marcia su Roma, per il contrasto fra nazionalisti e fascisti. Ambedue patriotti, ma suonantisi reciprocamente sonore bastonate. In alta Italia, con maggiore prudenza da parte dei combattenti, che conoscevano la forza di certe lignee argomentazioni, il conflitto risorgeva. In occasione della ricorrenza della vittoria del Piave, il 23 giugno 1923 sfilavano dinanzi a Mussolini migliaia di combattenti, ed il capo del Governo da palazzo Venezia affermava di vedere nella imponente radunata una conferma \ -della sincera adesione data dai reduci al governo nazionale. Il modesto episodio doveva in mancanza di meglio salire alla funzione di ·mito, e suscitare squisite variazioni di preziosi accordi sulla bene intonata cetra dell'amico Savelli, aedo ufficiale dell' A. N. C. Ed ecco il giornale della Fede- ·razione di Milano e Genova allestire lietamente alla luce del sole il nuovo cavallo di Troia. Adesione al governo nazionale, a Musso lini, ma azione politica .autonoma, dei combattenti. Nella sfilata, bandiere al vento, del 23 giugno era il superamento della mar- ·cia su Roma, la nuova marcia, fatta anche questa volta con Mussolini alla testa, ma dai combattenti, che nella loro qualità di rappresentanti della Nuova Italia, sorti da diversi partiti, riconciliavano tutti gli Italiani con Mussolini. L'arcigno capo di una chiusa categoria di militi dell' Ideale, diventava cosi il sorridente cocco di tutti i buoni italiani, rimessi d'amore e d'acc_ordo, 1nercè la nuova marcia riparatrice, fatta senza bastoni e rivoltelle, ma con la semplice arma di un biglietto di terza classe a riduzione. La libertà, e tutte le altre cianfrusaglie democratiche, buttate a calci dalla porta, rientravano graziosamente dal finestrino a consolare quelle qHattro brave persone che ne sentivano la mancanza, e a persuaderle che in fondo tutto ciò ·ch'era avvenuto era stato uno ~cherzo, una piccola lezione a fine di bene per Bibliotec Gino Bianco
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