310 LA CRITICA POLITICA avversari. Base del compromesso per una futura sistemazione dell' Associazione : Organizzazione regionale, libertà di azione politica, anche a carattere di partito, attribuita alle federazioni regionali, apoliticità dell'organismo centrale, costituito in forma federale dai rappresentanti di ciascuna organizzazione regionale,. con compiti di semplice assistenza. ~onsiglio nazionale dei rappresentanti provinciali. Abolizione del congresso nazionale con rappresentanza di sezioni. La battaglia fu vinta facilmente perchè il comitato centrale di Roma si liquidò coh dissidi fra i suoi componenti. Al congresso, tenuto in occasione della celebrazione del Milite Ignoto, il Comitato Centrale fu spazzato via, senza che i suoi componenti- osassero neppure presentarsi. L'associazione fu riordinata secondo le direttive del compromesso Sardegna-Italia del Nord, salvo l'importante modificazione, introdotta a l'ultima ora fra il tumulto delle discussioni e passata quasi alla chetichella a causa della generale disattenzione, per cui nucleo essenziale dell'organizzazione non fu più la federazione regionale, ma quella provinciale. Alla vittoria avevano largamente contribuito le regioni del Nord. I meridionali erano apparsi completamente disorientati. I CACCIATORI DI OMBRE La nuova sistemazione era veramente un compromesso, irto di equivoci e di contraddizioni. Il centro era annichilito, i partiti potevano a gara tentare d' impadronirsi dell'associazione, e imporre provincialmente la loro disciplina. Si vedeva cosi una Toscana fascista, una Romagna repubblicana, una Sardegna autonomista, ciascuna federazione con diritto di espellere chi non seguisse la direttiva politica fissata dal congresso provinciale. Il comitato centrale per statuto era impotente ad intervenire nelle faccende delle provincie. Doveva semplicemente tutelare .... la propria apoliticità. Il compromesso era stato accettato dal gruppo di Volontà in quanto che avrebbe dovuto facilitare l'organizzazione del Partito d'Azione nell' Italia Meridionale. In pratica non fu così. Nonostante che in occasione del congresso si fosse tentato di fare pressioni sui meridionali, da ogni parte s' incontrava indecisione, incapacità, debolezza. Ciò che era possibile ad un Cuccia o ad un De-Martino, non lo era ad un Cefalì o ad un Cobertaldo. Propositi di costituzione di organismi regionali, sul tipo del Partito Sar,do, in Calabria e in Puglia, finirono in chiacchiere inconcludenti. Tutto il primo semestre del 1~22 trascorse per lo scrivente in una affannosa e quasi umoristica ricerca di costituzione di organizzazioni affini in tutta Italia, senza venire a capo di nulla. · A gran fatica s'era riusciti a creare sulla carta il Partito Molisano, ma esso si dimostrava assolutamente incapace di qualunque azione di propaganda nelle zone finitime, Abruzzo, Irpinia, Puglia che avrebbero dovuto essere fertilissime. Il Partito Italiano d'Azione era un mostricciattolo senza vita. Quando si potrà fare con maggiore serenità la storia politica di questi anni si vedrà che il movimento autonomista e liberista sardo, che fu accusato di separatismo, d'antiitalianità ecc. fu tutto pervaso dal bisogno di confondersi con correnti politiche affini del continente, di uscire dalla prigione dell' isola, di negare il suo carattere locale. Volle, appassionatamente, attraverso la regione, attingere l' Italia. E fu appunto quella parte d' Italia, che avrebbe avuto interesse a rivalutarsi per mezzo BibliotecaGino Bian'co
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