306 LA CRITICA POLITICA meditato, e da una uno sfrenato desiderio di arrivare, a qualunque costo. Siciliano come Cuccia, credeva, al pari del suo collega, di poter fare la grande politica a Roma, lontano dal suo paese, e dalle organizzazioni locali. Non cosi Morabito di Reggio Calabria, testardo ed attaccato al lavoro, a contatto continuo con i suoi contadini, ma di corto cervello e smanioso di diventare deputato. Le elezioni approssimantisi diedero il tracollo a tutte le buone intenzioni di questi dirigenti. Entrare a Montecitorio, per l' italiano in genere, e per il meridionale in ispecie, è il colmo della beatitudine ; e i membri del comitato centrale appartenenti al mezzogiorno si lanciarono immediatamente a testa bassa alla cac- ., eia della medaglietta, usufruendo dei mezzi che erano a loro disposizione. I risultati furono disastrosi per tutti. I combattenti, fra i centrali, che imperavano a Roma, ed i locali che avevano già fatto con paziente fatica l'accaparramento dei voti delle regioni, preferirono questi ultimi. Appena finita la baraonda elettorale cominciarotio le dolenti note. I colleghi settentrionali, che non erano stati nemmeno candidati, cominciarono a tempestare per chiedere le rationes delle ingenti somme pervenute al comitato. E quì la contesa si inacerbì per ragioni estranee alla questione. Democrazia vuol dire quasi sempre massoneria. Ora i democratici del Nord rappresentavano la veneranda istituzione di Palazzo Giustiniani, malinconico gufo. crepuscolare dalle membra irrigidite, con le gerarchie al completo, e quindi difficilmente conquistabile dai giovani che debbono restar'e in loggia a segnare it passo. I democratici del Sud erano invece parsmagna del contro altare di Piazza del Oesù, massoneria in piena crisi di crescenza, desiderosa di arricchire i quadri, disposta ad offrire dignità e potenza a tutti gli avvocati pieni di buona volontà. Naturalmente nel 1919 era filonittiana, così come oggi è filofascista . nonostante la scomunica del Grande Consiglio. Cuccia era un alto dignitario di Piazza del Gesù e naturalmente i democratici del Nord, fra cui era un altissimo dignitario della Giustiniani membro del Comitato Centrale, non potevano vedere di buon occhio la crescente influenza della chiesa concorrente che attraverso i combattenti si veniva impadronendo di tutti i paglietta del mezzogiorno. Il tremendo conflitto durò qualche mese. Dopo due o tre assalti infruttuosi il grande dignitario giustinianeo si ritirava sull'Aventino, dichiarando di non voler più partecipare alle riunioni del Comitato Centrale. I settentrionali erano così sconfitti e si affermava il dominio incontrastato di Giovanni Cuccia. « VOLONTÀ ». In que~to istante si inizia la campagna di Volontà. Originale creazione di un giovane murriano di altissimo ingegno, Vincenzo Torraca, era sorta verso la fine della guerra, in un'ora di smarrimento nazionale, per combattere la svalutazione filosofica dell' idea di Stato, e la svalutazione pratica della sua autorità ; per affermare che l'o Stato deve essere considerato come la società consapevole della sua unità e del suo scopo morale, intenta a realizzare quest' ultimo con perseverante volere. La rinnovata glorificazione da parte di giovani ex combattenti della religione dell' immanenza (che intende conseguire nella piena affermazione dell'autorità dello Stato la libertà del cittadino, nega ogni equivoco compromesso BibliotecaGino Bianco
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