L'ASSOCIAZIONE DEI COMBATTENTI 305 Francesco Nitti comprese la importanza del movimento dei combattenti, e nei giorni del Congresso fece ogni sforzo per mettersi a contatto con l'assemblea. Ma la sua fredda anima di corruttore non poteva trovare rispondenza nella tumefatta retorica che permeava di sè i lavori dell'assemblea. I combattenti respinsero con indignazione ogni compromesso col· governo, non tanto per spirito nazionalistico, quanto per quel diffuso spirito di ribellione del tempo che non permetteva accordi col ministro dei pescicani. Ma chiuso il congresso, fatahnente i nuovi dirigenti dovevano finire per andare a Canossa, data la singolare situazione in cui si trovavano di dover far fronte alle enormi spese d' impianto d' una mostruosa organizzazione di circa un milione di soci, che già cominciavano a tempestare con lettere, so_llecitazioni, visite di commissioni ecc. ecc., ma che non si decidevano a pagare. Ben presto I le prime relazioni condite d' insulti divennero agrodolci, e poi amichevoli, e finahnente comitato e governo intrecciarono un idillio. Le provincie ~ominciarono a strillare che il Centrale era venduto a Nitti. GIOVANNI CUCCIA · È questa l'ora gonfia del fato di Giovanni Cuccia, che del movimento poli• tico dei combattenti fu il più caratteristico e significativo esponente. Dottore in lettere, fabbricante di poemi in versi sciolti a lungo metraggio (notevole fra tutti, una celebrazione di Francesco Crispi) facile compositore di sonetti vuoi amorosi vuoi laudativi, difensore degli albanesi e dell'Albania per antichi vincoli di sangue, ribelle ai tiranni e cavaliere della Corona d' Italia, era il prodotto genuino di quel clima storico siciliano che aveva favorito il fiorire della fama di Mario Rapisardi. Cospiratore d'anticamere ministeriali, fu uno dei primi ideatori di una Marcia su Roma che avrebbe avuto la Sicilia per stazione di partenza, e che avrebbe dato contemporaneamente ai combattenti il dominio d'Italia e la liquidazione delle polizze. Pure bisogna riconoscere che Giovanni Cuccia fu. il solo che avesse una visione precisa della forza che era nelle. mani dei combattenti dell' Italia del Sud. Quando cominciarono i dissensi con quelli del Nord, egli aveva delineato lo schema di una Lega Meridionale, organizzazione a carattere regionalista delle grandi masse dei combattenti, iniziatrice d' una politica di difesa degli interessi calpestati di così gran parte della Nazione. Una cosa grandiosa se egli ne avesse tentato l'attuazione, da cui poteva uscire il rovesciamento della situazione politica italiana. Tutto però restava meridionalmente nella sua fantasia. Pure, siccome era un uomo non privo d' ingegno, riusciva ad imporsi ai colleghi del comitato centrale. Lo stesso De Martino, più solido e meno preso da fumi letterarii, subiva il fascino dei suoi progetti fantasmagorici, sempre appena abbozzati, e lasciati per il resto nell'ombra, ma che egli meditava cupamente netle quotidiane passeggiate fra Aragno e Palazzetto Venezia, seguito dalla devota ammirazione dei suoi compagni di peripatetiche fatiche. De Martino veramente era un carattere ben diverso : freddo, calcolatore, capace di prendere la direzione di un movimento, temperamento di uomo politico che avrebbe dato prova di notevoli realizzazioni se non fosse stato minato da improvvisi scatti di leggerezza, che buttavano all'aria un progetto lungamente Bibliotec.aGino Bianco •
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