La Critica Politica - anno IV - n. 7 - 25 luglio 1924

L'Associazione dei Combattenti (APPUNTI PER UNA STORIA POLITICA DELL'ULTIMO QUINQUENNIO). L'amico Bellieni traccia rapidamente la dolorosa storia del fallimento del movimento dei combattenti, e dalla sua cronaca amara balza a nostro parere una conclusione evidente. Il movimento dei combattenti è fallito pere/tè ai dirigénti del Comitato Centrale e delle Sezioni meridionali è mancata la comprensione e la intuizione della realtà della vita politica italiana; questa è dominata dai ceti urbani e plutocratici, mentre l' éssenza vera della vita sociale italiana è rurale ed agricola. Bisogna uscire da questa tragica antinomia, affermando recisamente la necessità di un orientamento federalista · e rurale, di una lotta intransigente a tutto il retoricume letterario, al dominio plutocratico, alla corrutela democratica. Bisogna rompere il cerchio dei vecchi partiti, quasi tutti asserviti all'affarismo bancario e burocratico, tutti ansiosi di conquistare lo Stato per sfruttarlo. Bisogna reagire alle lusinghe bloccarde, e tracciare le direttive nuove di un sano movimento provinciale, che intenda i bisogni dell'Italia rurale e ad essi adegui la sua attività politica. Il compito degli amici nostri è questo, per il presente e per l'avvenire immediato. IL PENSIERO DI UN EX MINISTRO DI D'ANNUNZIO Dieci giorni dopo l'assassinio Matteotti, il capitano Host-Venturi, presidente del Con1itato Nazionale dell'A. N. C., ex ministro della guerra di Fiume, interrogato da giornalisti sull'atteggiamento che avrebbero assunto i combattenti in seguito alla nuova situazione politica, cosl rispondeva: « Da questa crisi interna che è stata provocata nel Partito, crediamo che il Duce tragga il massimo effetto per migliorare l'organismo e perchè esso finalmente nella seconda fase della sua attività, dia piena legalità all'opera di pacificazione e di ricostruzione nazionale. Non vi potrebbe essere migliore occasione perchè il revisionismo, cosi infelicemente iniziato con polemiche, fosse attuato in forma cosi radicale, e siccome per me il revisionismo del partito è questione di uomini, afjermo che il revisionismo è attuato e son sicuro che il Duce completerà l'opera senza guardare in . faccia a nessuno. L'opposizione insiste che la sorte del governo è decisa e non ha più seguito nel Paese, e che perfino vi è una certa timidezza anche fra gli stessi fascisti. Niente è più falso di ciò. Mai come oggi il Duce ha goduto l'affetto di tutto il popolo. Se ha perduto quattro filibustieri, si è conquistato una enorme massa di consensi, e molti che ad arte venivano tenuti lontani si sono avvicinati al Duce. L'atteggiamento dei combattenti è chiarissimo». (Mattino, 23-6-u. s. N. 149). Anche troppo chiaro. Soltanto non si comprende se l'egregio capitano HostBibliotecaGino Bianco

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