La Critica Politica - anno IV - n. 7 - 25 luglio 1924

• 300 LA CRITICA POLITICA • suo spirito a un'esigenza etica e politica, e ci trova quindi consenzienti. La patria è una realtà che non si sopprime, e alla dignità nazionale tutte indistintamente le classi sociali sono interessate : averlo ignorato è stata la maggior debolezza del socialismo italiano, traviato dai successi elettorali procuratigli dalla sua opposizione alla guerra libica. I socialisti nella loro grande maggioranza, furono assertori di un neutralismo idiota per un misero calcolo elettorale, e ne hanno pagato amaramente il fio, facendolo purtroppo pagare anche alle classi operaie. La loro offesa ai sentimenti profondi della popolazione urbana in questo campo è stato uno dei coefficienti del successo fascista : su questo sentimento della dignità nazionale, come sugli altri sopra accennati, fece leva il gruppo eccentrico del fascismo per prevalere sugli altri gruppi, e l'errore commesso dai socialisti non deve essere ripetuto. . Concludendo l'esame critico delle tesi del Gobetti, mi par doveroso formulare l'augurio che la discussione di esse nei gruppi aderenti a Rivoluzione liberale valga a dar loro una formulazione più precisa e più concreta, e che ne esca un'affermazione netta in senso autonomista e federalista. I punti di contatto fra noi e Gobetti sono molti, come viene dimostrato dall'ospitalità larghissima che egli dà nel suo battagliero pe- • riodico agli articoli di Augusto Monti, nostro fratello spirituale : la divergenza fra noi e Gobetti si basa principalmente nel fatto che egli vivendo in un grande centro urbano, fervido di vita moderna, non sente i problemi rurali e quelli dei centri minori, cui noi siamo portati a dare importanza prevalente. In essa può esservi motivo a una divisione di lavo~o, ma non ad un dissidio, perchè una stessa volontà di bene ci ispira e ci guida. ì~ oi e Gobetti sentiamo il bisogno di una 1naggiore serietà ed austerità nella vita politica, e alle apparenze ~assionali anteponiamo il contenuto sostanziale dei movimenti politici, con un tenace sforzo diretto a comprenderli : questi contatti fra noi e lui sono di tal natura da farci ritenere che un'intesa cordiale fra i suoi gruppi e i nostri avverrà spontaneamente, al di là e al di sopra di ogni divergenza di vedute. FEUERBACH ~ Il sacrificio di Matteotti non è tanto quello di essere morto assassinato quq,nto di avere vissute le difficoltà della sua lotta e della sua preparazione che si può definire la sua vita di trincea interna, allo stesso modo che il valore dei combattenti non è nel/!avere le decorazioni o nelf essere caduti sul campo, quanto nell'aver sofferto la preparazione e la guerra. La vita di trincea interna di Matteotti ci rispecchia, più ancora del suo sacrificio, il valore di lui e la miseria dell'Italia d'oggi>. RAFFAELE ROSSETTI Biblioteca Gino Bianco

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