294 LA CRITICA POLITICA quanto egli è uomo politi_co doveva pur preoccuparlo, a meno che egli non si illuda che basti lanciare un grido e un richiamo per modificare una situazione e per preparare l'avvento di un nuovo equilibrio. Il politicantismo e l'affarismo di cui Sem Benelli si duole sono un fenomeno degenerativo dell'accentramento statale : quanto più il potere statale si allontana dalla massa, che lavora e non fa comizi o adunate, tanto più il politicantismo e l'affarismo pigliano il sopravvento, per fatale sviluppo delle cose. Questa corsa al potere è resa possibile perche lo Stato accentra in se troppe funzioni e troppi poteri, perchè ha troppi mezzi finanziarii, perchè è il dispensiere universale di beneficii che paiono piovuti dal cielo e invece derivano dai sacrificii dei contribuenti diretti e indiretti. Una lotta efficace a queste form~ degenerative, che m·acchiano i grandi partiti nonostante le loro premesse ideologiche, non è possibile se non ponendosi sul terreno dell'autonomismo. Sono i poteri locali molteplici e divisi che rendono possibile la libertà vera, intesa nel senso che il governo della cosa pubblica spetti a chi ne sostiene il peso maggiore e a chi abbia la intelligenza necessaria per veder chiaro nelle cose; è l'autogoverno, ~he ponendo i cittadini dinanzi a problemi concreti e costringendoli a trovarne le soluzioni immediate, uccide lo spirito di faziosa intolleranza proprio degli uomini che tutto vedon<? attraverso l'angolo visuale del tornaconto di partito ; è l' itnmediato controllo che mozza le unghia all'affarismo rapace e permette la seleJ;ione dei migliori,. dei più capaci per intellige~za competenza e moralità. Col nuovo secolo, attraverso la democrazia il socialismo e il fascismo, il processo accentrativo dello Stato, a scapito delle autonomie locali e delle iniziative private, si è andato accentuando rapidamente :: sotto la lustra delle conquiste democratiche si è giunti a sopprimere le libertà locali, a trasformare i Consigli comunali in organi di partito, a dare la Nazione in mano a ceti privilegiati. Il processo accentrativo è giunto forse al suo culmine, e bisogna tornare alle libertà locali, facendo esulare dagli enti amministrativi il fazioso spirito di parte, che li corruppe e miseram-ente li spenge. Se l'on. Benelli vuol trarre le logiche conseguenze dalle sue premesse, a queste conclusioni è necessario che giunga. Una battaglia liberale è inconcepibile se non viene diretta anzitutto contro l'accentramento statale, che in Italia ha servito ~ separare Roma dalla Provincia (1), creando una superstruttura costosa e soffocatrice e alimentando tutta l'infinita serie delle funzioni parassitarie. Per un'esigenza di dignità civile, di moralità e di economia, bisogna contrapporre allo Stato accentrato un tipo di ordinamento statale più sciolto, più vi- (1) Questa separazione fra Roma e la Provincia è constatata anche da Curzio Suckert nell'articolo programma del suo nuovo periodico La conquista dello Stato : ma egli, imputando allo Stato liberale la separazione, vuol giungere alla creazione dello Stato unitario, problema: ·secondo lui fondamentale nella vita politica italiana. Al Suckert però rimane da chiarire che sarebbe questo Stato unitario da lui vagheggiato. Biblioteca Gino B-ianco
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