La Critica Politica - anno IV - n. 6 - 25 giugno 1924

.. 248 LA CRITICA POLITICA I no è innanzi tutto problema di spirito e di libertà, di dignità civile e di corretta amministrazione : ne prenda buona nota chiunque per avventura non se ne fosse reso conto fino a questo momento - ed io ricordo di averlo fatto in più di una occasione - che la sua risoluzione presuppone l'assestamento del bilancio statale e le disponibilità di grandi mezzi, i quali consentano allo Stato di considerare il Mezzogiorno come già considerò le zone invase dal nemico ~ di pagare al Mezzogiorno il grande debito che l'Italia ha verso di esso per la partecipazione ai sacrifici dell'unità ed a quelli della grande guerra ». L'on. Mussolini non sembra essersi immedesin1ato di questo lato del problema, giacchè nel suo discorso al Teatro Costanzi dinanzi ai Sindaci d'Italia, in sostanza riduceva ad una questione di ordine pratico il problema del Mezzogiorno : case, strade, ponti, acque, spiegando che mentre il Nord d'Italia è giunto ad un alto grado di civiltà meccanica, il Sud è ancora in ritardo, e ritenendo che l'affermazione essere il problema sopratutto di ordine spirituale fosse niente altro che una trovata dei suoi avversari, ormai battuti sul terreno pratico, dai provvedimenti del Governo. * * * La verità è che effettivamente, come dicevamo, il problema meridionale è sopratutto di natura spirituale, 1nentre finora era stato studiato in particolar modo sotto l'aspetto economico. All'alta mente di Cavour che per il primo rivolse lo sguardo al Mezzogiorno nei suoi rapporti coll' Italia unita, non era sfuggita tale varità. Come riferisce il De la Rive nel suo libro Il· Conte di Cavour, nel suo letto di morte egli aveva costante il pensiero al problema del Mezzogiorno, riguardandone specialmente il lato. morale, giacchè ai suoi tempi era opinione comune che il Mezzogiorno fosse ricco. Egli diceva: < l'Italia del Settentrione è fatta; non vi sono più nè Lombardi, nè Piemontesi, nè Toscani, nè Romagnoli; ma vi sono ancora i Napoletani. Oh I vi è molta corruzione nel loro paese! Non è colpa loro, povera gente ; sono stati così mal governati. ... Bisogna moralizzare il paese, educar l'infanzia e la gioventù, crear sale d'asilo e collegi militari: ma non si pensi di cambiare i Napoletani coll' ingiuriarli. Essi mi domandano impieghi, croci, promozioni: bisogna che lavorino, che siano onesti ed io darò loro croci, promozioni, decorazioni : ma sopratutto non lasciargliene passar una: l'impiegato non deve esser ne1nmeno sospettato. Niente stato d'assedio ; nessun mezzo da governo assoluto. Tutti son buoni di governare con lo stato d'assedio. Io li governerò colla libertà e mostrerò ciò che possono fare di quel bel paese dieci anni di libertà. In vent'anni saranno le provincie più ricche d'Italia> (pag. 339-40, edizione Fratelli Bocca-Torino, 1911). 1"1.apurtroppo morto Cavour, dei ministri che vennero dopo di lui· il solo Peruzzi ebbe il concetto che il problema del Mezzogiorno dovesse essere affrontato Biblioteca Gino Bianco ...

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