258 LA CRITICA POLITICA non riuscire cattivo per mancanza di buon ·volere. La teoria ch'esce dalla mente di solitario pensatore, o il decreto d' un congresso di politici, non possono rinnovare la vita d' un paese, se non sono la eco della voce delle coscienze, della voce di tutta la Nazione. L'essenziale sostrato di ogni reggimento e di ogni ordinamento nella società è lo spirito, è la nostra coscienza morale. E però noi vogliamo penetrare, perchè non sia vana la fatica e caduca l'opera nostra, cos) nel fondo. Non v' è termine cui s'arresti il nostro corso e non v' ~ legge che ci muova a fissa mèta. Non v'è secca in cui si possa incagliare la nostra nave perchè navigare è necessario. Il gelido mortale di quella legge, è nella mente di chi definisce la vita in astrazione, di chi la svuota dello spirito e pretende che sia tutta rnateria. Non è lo Spirito sottoposto alla materia, ma è la nostra libera volontà, ma è lo Spirito l'eterno signore, · eternamente giovine. * * * Noi v~gliamo leggi e non arbitrio - vogliamo diritti e non concessioni. Leggi severe e, più importa, severamente applicate. Sovranità dello Stato, grado alla vera sovranità della Legge, e non dispotismo. · Noi vogliamo per tutti, per prima legge, la libertà, per imporre a tutti quella del dovere; e ne vigileremo strettamente l'adempimento per parte di chi s'assume il governo dei cittadini. Noi non p-ensiamo a l'astratto livellamento, ingiusto se 1nai s'attuasse, perchè consideriamo la persona non un numero, ma un uomo. L' uguaglianza chiediamo contro ogni privilegio, non per diritto di natura, ma perchè riconosciamo nel cittadino una personalità e una coscienza, che deve rispondere alla legge del dovere. Noi chiamiamo il popolo a partecipare, quanto piìt largamente, al reggimento della nazione, perchè ognuno senta in sè, assumendosi il peso · delle responsabilità, il valore dello spirito sopra il meccanismo e la brutalità della materia, ed il dovere d'educarsi e farsi migliore. Noi chiediamo a c}:tipiù ha di più dare, se vuol esser della Patria il cittadino e non il parassito, se dev' esser uomo e non verme. Noi vogliamo sempre più larga la istruzione, perchè s' informi con essa l'educazione degli animi di tutti i cittadini, e perchè solo traverso di essa si possono inalzare i buoni e farli capaci. Noi vogliamo libera e protetta la schietta religione, perchè la religione è un valore morale e spirito. Ma non contrasti una Chiesa alle conquiste e alla predicazione del pensiero, che è la vera e progressiva rivelazione di Dio all' umanità. Non attenti una dottrina, minandola nella libera coscienza dei cittadirti, alla vita dello Stato, garante d'eticità alla volontà dell'uomo; e badi il governo di non farsi di un culto lo strumento, per mercanteggiare turpemente gli animi con falsi sacerdoti. / La potenza della Naziorte non si misuri col numero degli armati, perBiblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==