La Critica Politica - anno IV - n. 6 - 25 giugno 1924

GIOVINE DEMOCRAZIA 255 fa, nell'ora dello smarri1nento o della calamità, l' interprete dello spirito della Nazione; questa sempre lo soffoca e l'a~velena. Se la dittatura s'attarda e non la spazza l'impeto dell'insurrezione, si tramuta in dispotismo; perchè 1 quando si disconosce nella vita politica il valore del cittadino, s'offende tutta la Nazione; quando si costringe una coscienza, si viola tutta la morale. La corruzione degli animi è l'arma micidiale di tutti gli assolutismi, è la più nefanda negazione dei valori dello spirito. Ecco perchè non perisce l' ideale democratico, perchè ha da difendere le coscienze, nell'eterno corso della vita, da questi pericoli. Le oligarchie e le tirannidi d'ogni tempo, sostengano una classe _privilegiata o si facciano i falsi protettori degli indigenti, quando non segnano l'ignominioso tramonto d' una civiltà, o non li inghiotte il corso maestoso e possente d'una rivoluzione pacifica, sono dannati a morire nell'alba rossa della rivolta o della insurrezione. La democrazia non è insurrezione, non è rivoluzione violenta; è un ideale di vita, è un comandamento morale della nostra coscienza. La nostra è questa democrazia, eternamente giovine, è educazione e fede, è la nostra moralità che informa la vita sociale. È idea morale che si concretizza in ogni manifestazione della nostra vita politica, che si attua in ogni ora ed è idea attuale, come nella vita dell' uomo s'incarna lo spirito eternamente ed è spirito incarnato. La democrazia non è stata mai definita e non si definisce, perchè è processo. La democrazia nostra è la luce che illumina la vita sociale e trae dall' intimo della nostra moralità. La. democrazia s' è incarnata in rivoluzioni, in governi, in sistemi, in teoriche, tutte caduche forme come · lor sorte ; ma l' ideale democratico è lo spirito che ha alitato in quella materia, che le ha dato la vita, e non è morto, e non può esser morto con essa; vive e s'incarna ancora, sempre, in un perenne succedersi, nell'eterna vicenda di nuove formazioni. · * * * Coscienti di questo valore universale e imperituro, e penetrati dalla sapien?a della storia, che ci insegna a non vagheggiare 1nète definitive e formule assolute, noi non ci appaghiamo per questo di una mistica contemplazione dell' ideale. Esso non è nulla - ripetiamo - astratto dalla nostra coscienza, e l'imperativo del dovere non ci permette d'attardarci nell' inerzia ; comanda : azione. . L'ideale democratico, eh' è la nostra stessa moralità, noi lo dobbiamo attuare nella vita d' ogni giorno, nelle forme sempre nuove che il momento storico ci presenta. Noi aspiriamo a l'e)evazione d'ogni valore morale nella società, e però vogliamo che si sollevi il popolo dall' indigenza, per esaltare il valore Bibliot ca Gino Bianco

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