La Critica Politica - anno IV - n. 6 - 25 giugno 1924

• 252 LA CRITICA POLITICA tale opera di elevazione 1norale e intellettuale non avrà che scarso valore, ed anche il 1niglioramento materiale delle condizioni del Mezzogiorno varrà solo se diretto al raggiungimento di tale scopo. Il Governo coi mezzi di cui dispone e coi propri funzionari che dovrebbero essere i migliori ; la stampa colla enorme influenza e diffusione ; la scuola rinnovata e risanata, dovrebbero aver di mira la formazione di una nuova e più elevata coscienza del Mezzogiorno, avendo riguardo a rispettare, sovra ogni cosa, lo spirito di libertà e di giustizia, sul quale soltanto sarà possibile edificare solidamente la nuova fortuna del Mezzogiorno, che già tanta parte ebbe in altre epoche della sua storia nella vita intellettuale e 1norale d' Italia. GIOVANNI PETRACCONE I nostri " Gruppi ,, Precisan1ente ! Costituiremo dei gruppi tra gli amici di Critica Politica. Gruppi di pochi e con intenzioni modeste per ora. I lettori della nostra rivista sono assai numerosi. Ma noi desideriamo sapere quanti tra essi consentono, quanti sono disposti a svolgere un'azione in favore delle idee e delle soluzioni da noi propugnate. Dell'azione da svol~ete e sul modo in cui svolgerla sarà deciso in un Convegno che c' impegnamo di convocare subito dopo l'estate. Si ricorderà come fin da quando demmo inizio alle pubblicazioni di Critica Politica noi pensammo ad un lavoro più vasto. La nostra critica voleva essere costruttiva : farsi centro di raccolta per un'azione intensa di propaganda nel paese. Non staremo, a dire qui perchè ciò non fu possibile. Ora la situazione è in qualche modo mutata e muterà ancora. E noi mancheremmo ad un nostro preciso dovere se non riprendessimo il programma che avevamo dovuto abbandonare . .Chi vuol essere con noi ci scriva. CHE COSA DOBBIAMO PARE C'i domandano da varie parti: - çosa dunque dobbiamo e possiamo fare ? - Cosa? 1Von farci ingannare. E prepararci a non essere ingannati. Vedrete, ora che il f ascisrno s'è colpito mortalmente colle sue stesse mani e la successione sembra aperta, quanti saranno a farsi avanti a imbrogliare le cose e le idee per trarne profitto I C'è quasi da lamentare che il fascismo sia per finire troppo presto, prima che siano maturate le idee e la successione sia pronta. Ma appunto per ciò dobbiamo porre le nostre idee, perchè gli altri siano costretti a precisare le loro e gli abili e i furbi non.abbiano la possibilità di approfittare ancora una volta della ingenuità delle masse e, aggiungiamo pure, del nostro entusiasmo. Lo sforzo di ciascuno di noi deve tendere ad ottenere questo: che le opposizioni si precisino, che dicano nettamente dove vogliono arrivare, che cosa si propongono di realizzare. Quanto ad agire ciascuno agisce come può e dove può ed ogni campo di azione è buono. Ma dobbiamo essere decisi, fermamente decisi ad opporci ad ogni ritorno ad un passato che per quanto fosse migliore del presente deve essere deprecato. Non è il /ascismo, sono sopratutto le condizioni che lo hanno reso possibile, che debbono essere eliminate I Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==