I • I rurali e il fascismo Perecchi mesi prima della marcia su Roma, polemizzando in questa rivista con Massimo Fovel, esprimevo il dubbio che la borghesia rurale messasi con entusiasmo al seguito dei fascisti avrebbe finito col trovarsi ·totalmente delusa; i fascisti per le loro origini urbane, per la loro mentalità essenzialmente politica, per il fatto che costituivano i loro quadri con uomini totalmente staccati dai processi della produzione (ex ufficiali di guerra, giovani professionisti, segretarii politici e sindacali, piccoli borghesi disoccupati, ecc.) non sarebbero stati capaci di interpretare i bisogni e le aspirazioni della borghesia rurale, al di là di quello primordiale dell'ordine, posto imperiosamente dall' irrequietezza bolscevica; e avrebbero finito per fare una politica conforme agli interessi e alla mentalità della plutocrazia, che già aveva inquinato il regime della cosl detta democrazia. A un anno e mezzo dalla marcia su Roma mi sembra che i fatti mostrino all'evidenza che quel dubbio era pienamente legittimo, e che la borghesia rurale non solo non ha accresciuto la sua influenza politica, ma l'ha notevolmente diminuita. I dirigenti del fascismo, che sono anche i dirigenti dello Stato, non ispirano la loro azione agli interessi rurali, e vanno sempre più perdendo i loro collegamenti con la borghesia agricola, per rinsaldare quelli con la burocrazia, con la plutocrazia industriale e bancaria, con i ceti commerciali : il regime fascista si va facendo ogni giorno più un regime in cui comandano gli uomini della letteratura, del commercio e della politica, a scapito dei produttori. I sintomi di questo fenomeno sono numerosissimi, e si moltiplicano di . . . giorno 1n giorno. Nella capitale e nelle città di provincia pullula tutta una nuova burocrazia;· oltre i comandi della milizia che gravano sul bilancio dello Stato, si moltiplicano gli uffici politici e quelli sindacali, con impiegati numerosi e retribuiti; questi uffici, come già avveniva al momento della espansione socialista, finiscono per comandare nel partito, anzichè servirlo come parrebbe dovesse essere : quasi tutti i segretari r~gionali del partito e molti dei segretarii sindacali hanno conquistato senza fatica la medaglietta parla1nentare, costituendo oltre un terzo della maggioranza parlamentare. Il fenomeno di invadenza burocratica è stato cos} largo e imponente da far decretare l' incompatibilità fra alcune di queste , cariche retribuite dal Partito e la medaglietta parlamentare, ma il tardivo rimedio non ha eliminato l'invadenza stessa, oltre modo pericolosa ; i segretari regionali, che vivevano con lo stipendio del partito e che ora Biblioteca Gino Bianco
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