PER UN'AZIONE NUOVA 197 una situazione che come l'attuale è squisitamente rivoluzionaria. E non dimentichiamo che forze nuove imponenti hanno fatto il loro ingresso nella scena politica e che gli attuali partiti non sono affatto preparati a ricevere _e ad inquadrare : le classi rurali. Quand'anche però, per un miracolo che non vediamo possibile, i partiti riuscissero a superare ogni particolarismo e a procedere uniti nella lotta, non per ciò migliorerebbe o si chiarirebbe la situazione politica. Il problema più grave non è già quello di vincere il Fascismo : è quello di sostituirlo. Si tratta di arrivare ad una situazione stabile. ' E la lotta per la successione che vuol essere evitata. Specialmente poi se ciò volesse dire o ritornare all'antico o cadere in un'altra dittatura che, per reazione, sarebbe peggiore della attuale. Ed ecco la necessità di contrapporre movimento a movimento, idea ad idea, esigenza ad esigenza, soluzione a soluzione. Perchè tale movimento si determini non c' è che prepararne le condizioni essenziali. È inutile - ripetiamo - insistere nella unione di partiti che sono egualmente impreparati ad affrontare la situazione. La base comune dell'antifascismo che propongono alcuni uomini di una democrazia liquidata, e ben liquidata, è una base itnpossibile. Non ha significato, e non servirebbe a niente. D'altra parte non si può, nemmeno, non tener conto dei vecchi partiti. Troppo forti sonb gl' interessi e i motivi sentimentali che contribuiscono a mantenerli in piedi perchè si possa attendere o anche pretendere che nel termine di pochi mesi sco1npaiano o volontariamente si sopprimano. Si tratta piuttosto di diffondere la convinzione che la loro funzione specifica è esaurita; che essi devono prepararsi a dar posto ad una formazione nuova capace di abbracciare e di esprimere le esigenze vive e più sentite dell'epoca moderna; che non si tratta già più di conquistare lo Stato per trovare in esso la soddisfazione dei particolari interessi e delle par- ·ticolari cupidigie che ogni partito racchiude nel proprio· seno, ma di formare invece lo Stato, il nuovo Stato che dovrà prendere il posto di quello che c'era prima che il fascismo compisse la sua « marcia su Roma » e dello Stato-Part~to che lo ha sostituito e che altro non è che lo sviluppo logico inevitabile di quello al quale certi liberali pensano si ' possa ritornare, come se ciò che è avvenuto non fosse avvenuto. E sul problema dello Stato che bisogna convergere l' interessamento, le preoccupazioni, lo studio e stabilire i consensi, determinare le volontà : lo Stato come libertà da realizzare per tutti e non come predominio da ~onquistare - lo Stato come sovranità che si esercita e non come oppressione legalizzata - lo Stato come condizione e gaiblioteca Gino Bianco ,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==