230 LA CRITICA POLITICA Effettivamente da un disavanzo di 1.257.9 milioni nell'esercizio 1921-1922 si è scesi ad un disavanzo di 906.4 milioni nell'esercizio 1922-23 con una diminuzione di 351.5 milioni nel deficit dell'esercizio precedente. La diminuzione è notevole, ma il disavanzo è sempre superiore a quello dell'esercizio 1919-20 che fu di 859.7 milioni. Rappresenta, p~rò, un sicuro avviamento al pareggio? È cioè dovuta la diminuzione all'opera di riordinamento, di economie non fittizie, di migliore utilizzazione del R. Commissario per cui possa considerarsi costante e progressiva fino a raggiungere il pareggio? Il pareggio può, insomn,a, considerarsi come cosa prossima e certa in virtù di quello che l'on. Torre ha fatto, oppure come cosa possibile solo in dipen~ denza di altri fattori sui quali l'opera dell'on. Torre non è destinata ad avere alcuna influenza? Novecentosei milioni e mezzo, intanto, < sono sempre un forte onere pel bilancio generale dello Stato >, osserva l'on. Lanino. L'unica constatazione che possa farsi con soddisfazione è che < il moviinento di ascesa della deficenza finanziaria dell'esercizio ferroviario s' è finalmente arrestato, e col 1922-23 siamo entrati per la prima volta nella fase, benefica, discendente> • .l'~a non sia1no nè al pareggio, nè vicini al pareggio I Nè i capitoli di spesa su cui si sono verificate le diminuzioni sono tali da garantire che si continuerà a scendere con altrettanta rapidità. Infatti la diminuzione più cospicua è data da Ila spesa del combustibile per 250 milioni secondo il Lanino (per 193.83 ·secondo il Rèpaci, che ha calcolato a parte la gestione delle ferrovie sarde e della navigazione) e dipende unicamente dal minor costodel carbone, come per altri 1 O milioni, dal min•or costo delle materie di con·sumo, e illuminazione. Sessantadue milioni sono stati risparmiati negli indennizzi per furti, e qui veramente il merito è del Commissario. Bisognerebbe anzi vedere quanto di questo risparmio è assorbito dalla spesa per la milizia ferroviaria. Altre economie sono realizzate per 59 milioni (56.56 secondo i calcoli del Rèpaci) sulla manutenzione ordinaria rotabili e per milioni 6.69 sulle forniture. Questi i cespiti di minore spesa. Un fatto che non può non sorprendere è che si è avuto un aumento di spesa nel personale di 53 milioni I Era logico invece attendersi una diminuzione. Non si era detto che lo sfollan1ento del personale era necessario anche per realizzare le economie? Ora lo sfollamento c' è stato, ma la spesa è cresciuta. L' ing. Lanino dice che questo aumento di spesa "non è giustificabile affatto". E aggiunge: "non si licenziano migliaia di agenti, dissestando un complesso enorme d'interessi, ledendo anche diritti costituiti, per spendere in ultima analisi 53 milioni di più ". I maggiori benefici sul conto personale si avranno in seguito, negli esercizi futuri - assicura uno dei soliti comunicati alla stampa. E ammettiamolo pure, per quanto ci saranno sempre le annualità per le pensioni che ridurranno di molto il beneficio. Il Rèpaci, analizzando le cifre delle spese sul personale, osserva, ad esempio, che all'aumento di spesa concorrono questa volta ben 40 milioni di aumento per assegni e indennità diverse su cui la relazione che accompagna il bilancio è muta. E aggiunge: " ci pare che si possa concludere che, dal punto di vista finanziario, tutte le riforme apportate nel campo del personale, fino a questo momento, sono negat~ve, comunque ben lontane delle legittime speranze n• BibliotecaGino Bianco
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