La Critica Politica - anno IV - n. 5 - 25 maggio 1924

18 MESI DI COMMISSARIATONELLE FERROVIE DELLO STATO 229 risultato parziale particolarmente appariscente può a prima vista colpire ma occorre vedere se non sia stato raggiun.to a scapito di altri risultati meno visibili ma essenziali, e sopratutto quale beneficio ne ricavi la situazione generale. Le ferrovie stanno oggi meglio, riconosciamolo perchè è cosl. Preoccupiamoci anche di sapere - però - se il miglioramento è indice sicuro di risanamento. Possiamo, insomma, essere sicuri per quel che riguarda le ferrovie di essere fuori di malattia, di essere entrati nella fase di convalescenza e che la guarigione è solo affare di tempo? Gli organi autorizzati del fascismo dicono di sl. Può darsi che abbiano ragione e ce lo. auguriamo. Senonchè ci sono coloro che ne dubitano fortemente. E non siamo, questa volta almeno, di fronte a nessun nemico aperto o larvato del nuovo regitne. I dubbi vengono invece affacciati proprio da chi ci venne sempre presentato dagli stessi fascisti come una vera competenza in materia ferroviaria, l' ing. Pietro Lanino fascista egli stesso, e da uno studioso di fatti economici e sociali, alieno dalla politica di partito vera e propria, il dott. F. A. Rèpaci (1). L' ing. Lanino, ad esempio, sembra molto esplicito nello spogliare l'opera del Commissariato di ogni merito tecnico di riordinan1ento e di normalizzazione delle ferrovie di Stato. Il regime del Commissariato deve essere considerato nelle ferrovie come un mezzo di eccezione destinato, piuttosto che ad iniziare la situazione normale, a chiudere una situazione eccezionale. Se un compito e un merito il Commissario ha avuto, è quello di avere spezzato nelle ferrovie il processo di rilassamento e di dissolvimento di dopo guerra. L'opera di normalizzazione e di sistemazione deve venire ora e la fine del Commissariato è reclamata appunto perchè possa iniziarsi. Dice il Lanino ( 15 aprile): " ... conviene provvedere a ridare alle nostre ferrovie dello Stato una conveniente normalità che possa essere di definitiva stabilizzazione del regime. Tro~pa politica s'è fatta nelle ferrovie da tempo, e troppa anche se n' è fatta in questi ultimi tempi, per continuare. Le ferrovie han bisogno di amministrazione e non di politica n· Sembra, infatti, al Lanino che il Commissario abbia alquanto esagerato in tutto, anche in violenza. Quanto ai risultati tecnici e finanziari del periodo di Commissariato vediamo cosa ne dicono i nostri due scrittori. E incominciamo dal risultato in particolar modo magnificato: diminuzione del deficit. L'on. Torre nel lasciare Villa Patrizi ha pronunciato un discorsetto dinanzi al nuovo Ministro delle Comunicazioni, on. Ciano, e, parlando del proprio programma nelle ferrovie di Stato, ha detto : < Oggi ho l'orgoglio di affermare che tale programma ha avuto piena e completa attuazione, ciò che ha portato con sè il risanamento, anzi il pareggio del bilancio ferroviario che fu l' incubo di tutti i Ministri delle finanze che si sono susseguiti al Governo dal 1910 in poi >. (1) P. LANINO: La situazione finanziarla delle FF. SS., - nella < Vita Italiana>, 15 marzo 1924; lo., Normalizzazione ferroviaria. - < Vita Italiana >, 15 aprile 1924. P. A. RàPACI: / disavanzi reali delle /errovle dello Stato, nella < Riforma sociale> marzoaprile 1924. ' "blioteca Gino Bianco \

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