La Critica Politica - anno IV - n. 5 - 25 maggio 1924

• 210 LA CRITICA PO LITI CA Ciò che è notevole in queste votazioni che ho accennate è che si tratta di leggi che avevano l'appoggio incondizionato del Governo e dei tre quarti del Consiglio Nazionale. (I socialisti si sono trovati sempre quasi soli a votare contro, di fronte a radicali, conservatori e agrari coalizzati). Come si spiega questo fenomeno ? La spiegazione non è difficile, quando si ponga mente alla maniera in cui si svolgono le elezioni in ogni paese di questo mondo. Quando si tratta di eleggere dei deputati o dei consiglieri comunali, l'elettore più che attratto dalla bontà dei programmi è acceso dal fanatis1no partigiano - dove i partiti son forti e ben disciplinati - dalla simpatia personale per il candidato, dalla· antipatia per .... l'altro candidato, dalla speranza d'un favore, dalla gratitudine per un piacere ottenuto, dal dispetto, dal capriccio, dalla corruzione, dal timore, dal caso - da una infinità di ragioni che agiscono il giorno delle elezioni e dànno come risultato la scelta d'un certo numero di brave persone che rappresentano la nazione. (Parlo, si -capisce, di elezioni in regime di libertà senza beffa e di Proporzionale- anche). Ma quando lo stesso elettore si trova di fronte a una data legge, che deve giudicare se buona o cattiva, se utile a sè o dannosa, egU si trova in uno stato di obbiettività che gli viene dalla cosa stessa. Il suo deputato avrà votato a favore o contro quella legge, il suo partito gli consiglia di votare in questo o quel senso, ma egli non ubbidisce che alla sua rag.ione e al suo interesse e riscatta orgogliosamente il diritto di pensare con la sua testa e di votare secondo la sua coscienza. · Così nella stessa urna si mescolano i voti di uomini che, quando vogliono discutere un indirizzo generale e astratto di politica, si trovano avversari e 1ni1itano in campi diversi. * * * Il referendum quindi è !'.integratore e il risanatore del Parlamentarismo. L'obbiezione d'apparenza formidabile che 400, o 500, o 600 uomini non rappresentano una nazione di 40 milioni d'abitanti meglio d' un uomo solo, è distrutta dalla applicazione del referendum. Essa infrena le velleità dittatorie anche dei partiti e delle maggioranze parlamentari, nonchè dei governi. Esso è uno strumento squisito e insostituibile per saggiare la vera, nuda, schietta volontà popolare - direttamente espressa - su tutti i grandi problemi che possono affaticare e tormentare la nazione. Esso vieta a qualunque uomo o partito d' imporre una riforma ripugnante in nome della non consultata volontà nazionale. Esso è, infine, la migliore scuola d'educazione politica, perchè ogni referendum obbliga i partiti a battagliare pro' e contro quel problema concreto e non in nome d'astruserie dottrinarie più o meno idealistiche. Nella rinascenza politica italiana - che tutti auguriamo prossima - i partiti di democrazia, che vogliono solidamente contrastare alle idee dittatoriali, devono ricordarsi di questa istituzione che fu scritta in molti programmi di partiti di sinistra, ma non venne mai validamente agitata con la ferma volontà d'attuarla. In quanto poi a difendere i futuri rinati istituti democratici dalle possibili nuove azioni dittatoriali, è bene ricordare che la democrazia svizzera non conobbe mai crisi e pericoli gravi_perchè tutti i cittadini, qui, hanno ì1 diritto al voto sì, ma anche un buon moschetto in casa e relative munizioni che lo Stato democratico affida loro, per la difesa del paese e della libertà. VINCENZO VACIRCA BibliotecaGino Bianco

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