ELEZIONI POLITICHE E MAGGIORANZE PARLAMENTARI IN ITALIA 207 sparotto che voleva impegnare il Governo a non pregiudicare la questione di PJrto Baros e del Delta prima della discussione delle relative mozioni. fra i deputati pie1nontesi che sostennero l' on. Giolitti per il Trattato poi tanto bistrattato di Rapallo e nonostante l'occupazione delle fabbriche avvenuta a Torino nell'autunno 1920, fu l'on. Olivetti, segretario generale della Confederazione Generale dell' Industria, e con esso gli on. Alice, Marescalchi e Cesare Rossi, ora rieletti nella lista del Fascio littorio. Le elezioni per la XXVI Legislatura vennero fatte dall' on. Giolitti il 15 maggio 1921, con metodi che tutti ricordano, senza che a me occorra, di farne qui speciale menzione. La nuova Camera dei deputati uscita da quelle elezioni conteneva un gruppo co1npatto di oltre 100 popolari imbaldanziti dalla recente vittoria, coi quali l'on. Giolitti cap} subito che non gli sarebbe stato facile per il momento di mettersi di accordo. Pe~ciò, fedele al suo vecchio sistema di prendere un periodo di ristoratrice vacanza ogni volta che sentiva addensarsi qualche procella parlamentare, egli si dimise il 27 giugno 1921, considerando come insufficiente la maggioranza di 34 deputati con cui la Camera gli aveva votato la fiducia il giorno precedente (234 voti contro 200). Si trovarono anche allora a votare la fiducia all' on. Giolitti, come la votarono poscia ai suoi immediati successori, on. Bonomi ed on. Facta, e parteciparono al banchetto di oltre 3.000 coperti offerto all'on. Facta a Pinerolo proprio alla vigilia della < marcia fascista su Roma > in settembre 1922, gli on. Olivetti e Cesare Rossi. Questi sono fatti che chiunque può verificare, consultando gli Atti parlamentari e le raccolte dei giornali degli ultimi anni. Nessuno, per certo, può o vuole contendere agli uomini politici il diritto di mutare opinione. Ma sembra che vi sia qualche cosa da dire nei casi troppo frequenti in cui gli onorevoli rappresentanti del paese cambiano di opinione ogni volta che loro conviene di votare in favore del Governo che ha fatto o può fare le elezioni. Quanto meno, sarebbe bello e decoroso che quando un deputato ha dato il voto favorevole alla politica proseguita da un Governo caduto, non ne dica poi corna, quando una tal ingratitudine gli possa giovare per ingraziarsi il nuovo Governo che è al potere. Sarei quasi pronto a mettere pegno che l' on. Mussolini nel fondo del suo cu~re non fa ~n gran conto della.... illimitata fiducia che gli promettono per ora certi deputati della sua strepitosa maggioranza per la XXVII Legislatura 1 EDOARDO GIRETTI Gli amici specialmente hanno il dovere di aiutarci a diffondere questa rivista e a rafforzarne le basi I Biblioteca Gino Bianco
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