..... 152 LA CRITICA POLITICA cos} non il potere ma il podere degli uomini di governo. Il signor Marinetti, il filosofo più profondo del momento, può f ormolare nel suo stile, come rispondente perfettamente alla realtà, la proposizione: Stato==governo==nazione==partito dominante. La novità veramente risale a Luigi XIV. L'état c'est moi. E qualche volta più che al < re sole> fa pensare al re della vecchia operetta, che diceva: < a che cosa mi servirebbe il potere se non ne abusassi? >. Prima della presente rinascita, come la chiamano, tutti i partiti che agiscono nell'ambito della legge erano eguali dinanzi alla legge. Ora, ritenuto che un solo è il partito nazionale, tutti gli altri sono necessariamente antinazionali, quindi da combattere ; tollerati, tutt'al più, come col-: legia illicita. È la mentalità del papismo, del comunismo, del dispotismo: di tutti i sistemi assoluti. Era canone della nostra legislazione, della nostra costituzione ]a distinzione dei poteri e delle attribuzioni. Su questo poggia la libertà. Oggi il signor di Montesquieu con le sue fisime di separazione dei _poteri può andarsi a riporre. Oggi municipii, non di campagna ma di grandi città, e amministrazioni provinciali, non nel solo. Mezzogiorno che si vuole arretrato e barbaro, ma nell'alta Italia, intervengono direttan1ente ed ufficialmente nelle elezioni politiche p_er il partito dominante. Anzi il capo del governo raduna alJa capitale solennemente i sindaci del regno per lanciarli a guidare i ludi cartacei. Prima d'ora i pubblici ufficiali che vol-- gessero le loro funzioni a indurre gli elettori in favore o in pregiudizio di determinate liste incorrevano in reato previsto dalla legge o punibile con detenzione e con multa. Ora le amministrazioni dette per istrazio autarchiche si distraggono dal provvedere ai manicomii alle strade e ai pubblici orinatoi, loro naturali e legittime funzioni, per fare il loro bravo pr~nunciamento in favore del partito che occupa il governo. Ma vi è di più e di meglio : la restaurazione del patriziato. Chi avrebbe sospettato che Gabriele D'Annunzio, facilmente principe dell'arte, avrebbe gradito d'essere principe altrimenti? Pazienza per l'eccellentissimo Acerbo, fatto barone dell' Aterno, che del resto non avrebbe potuto essere fatto marchese di Pescara senza andar confuso con un altro condottiero, Ferdinando Francesco d' Avalos. Ma a Genova dove pure il flusso quotidiano di tanta gente e l'indole della popolazione avevano compiuto da tempo la parità civile delle classi sociali, dove comunemente i nobili erano indicati col semplice comune appellativo di < signore >, che in Italia equivale per Alberto Mario a < cittadino >, a Genova abbiamo avuto nello scorso mese di marzo la risurrezione ufficiale della nobiltà I La grande rinnovazione, che potrebbe riuscire un avvenimento storico, era serbato alla città delle iniziative. Anche nella città di Giuseppe Mazzini si notava già il ridestato amqre pei titoli, per le distinzioni d'ogni maniera, specialmente negli ospiti originarii delle altre regioni d'Italia. Le aMitta-camere si chiamano contesse Biblioteca Gino Bianco
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