La Critica Politica - anno IV - n. 4 - 25 aprile 1924

Segni dei tempi (CONTEM~LATI DA GENOVA) I teologi annoverano t-ra i segni del finimondo l'apostasia universale, la venuta dell'Anticristo, il ritorno di Enoc e di Elia, e.... la caduta del1'impero romano. Checchè sia del caso specifico della fine del mondo e relativo giudizio universale, non si può negar~ che esistono i segni dei tempi, come esistono i sintomi delJe malattie. Oggi, da noi, ve ne sono , di curiosi. E sono tutti segni scuri; di reazione. L'antico regime, antecedente al 1789 in Francia, al 1848 in Italia, è rimpianto anche da molti della borghesia e dello stesso proletariato, cioè dei ceti che, senza gli -immortali e imprecati principii della rivoluzione, sarebbero ancora asserviti ai ceti superiori, rimarrebbero ancora fuori della vita civile e della storia. E quel che più è da notare è che le r~strizioni · del diritto comune non provocano l'indignazione degli scienziati e degli uomini di lettere. Il caso del commediografo Bracco è l'eccezione che conferma la regola in casibus non exceptis. I Guerrazzi, i Carducci, i Ceneri, i Rapisardi sono morti senza lasciare successori. I cattedratici dei nostri atenei, a differenza dei professori francesi, no~ si scompongono per le persecuziorii dell'Unamuno ; l'on. Mussolini è incoronato dalle università come il Petrarca. L'Arcadia di Roma, che tre anni fa ha commemorato Dante alla presenza dei ministri, nomina suo socio re Alfonso, e gli fa consegnare la relativa pergamena dal nunzio pontificio : arca- \ des ambo. Lo Stato italiano, cui già la legislazione sarda, dal Siccardi al Cavour, aveva impresso l'impronta laica, che con la stessa legge delle Guarentigie aveva proclamata la libertà di discussione in materia religiosa, si rannicchia dinanzi alla Chiesa, e ne accetta il catechismo come nudrimento morale delle pubbliche scuole. Rinunzia implicitamente all' immortale principio dell'eguaglianza sancito nell'articolo 24 dello Statuto e, come prima del 48, esonera esplicitamente dal servizio militare i preti, che già ne furono esonerati di fatto nell' ultima guerra. Uno degli indizi più gravi della Babele presente è la confusione delle lingue e delle idee relativamente al concetto dello Stato e di conseguenza ai diritti e ai doveri dei cittadini. Lo Stato non è più concepito come l'organo del diritto e della sovranità, la garanzia della libertà, l' imparziale tutore dei diritti di tutti. Una grande tutela e una grande educazione: cos} compendiava il Romagnosi nostro l'ess~nza e il fine dello Stato. Oibò, niente più oramai di tutto questo. Lo Stato potrà divenire - Bibliot .,ca Gino Bianco

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