La Critica Politica - anno IV - n. 4 - 25 aprile 1924

• 162 LA CRITICA POLITICA allo spazio. Può cioè un'arte come questa sopravvivere? Commuovere domani? Incontrare sulle strade del tempo il favore largo che ogni espressione alta d'arte e di pensiero prima o poi deve? Qui, è il mistero. Ma è innegabile d'altronde ch'essa, più che sull'oggi, s'appoggia, così spirituale ed intensa, sul domani ; ed è probabile, come accadde all'arte di Sthendal, essa sia appunto capìta e gustata in un'epoca meno opaca dell'attuale : quando gli uomini, ormai sazH di realtà, sentiranno il bisogno, e magari l'urgenza, di andar oltre alla sensazione piatta e comune ; aiutati da una forza, ora purtroppo nei più assopita o addormentata addirittura: Io spirito. * * * Eppure come è chiara, a chi ben la guardi e nella sua totalità, la fisonomia Unamuniana I S), le sue avventure sprituali sono state molt_e,e magari troppe ; le sue incursioni in questo o quel genere, varie e magari contrastanti ; ma che importa se il pensiero che accompagna questi movimenti è poi sempre il medesimo ? Il pensiero : e qui bisogna fermarsi. Ha detto qualcuno che Unamuno è un mistico, un credente ; altri, un pessimista, un negatore. Ma egli è . un po' di tutto questo e niente di tutto questo. C'è sì del pessimismo nella sua filosofia; ma è di quell'acuto e denso pessimismo che non si placa nella negazione ; e, anzi che esaurirsi in se stesso, cerca, con disperata ansia, punti d'appoggio intorno ..Per questo, io credo, e prima che nei libri di pensiero e di critica, Unamuno debba essere cercato nelle creazioni: dove la sua ansia, a contatto e immersa nel dramma umano più interno, trova ad ogni passo segni e momenti energici che documentano in maniera perfetta la sua tragedia di uomo tra uomini : e non è no, cotesta, la tragedia di un pessimista. E la sua modernità è appunto in questa lotta : tra il credere e il non credere nella realtà che gli passa vicino ; tra l'accettare la vita e il negarla. Per questo, la sua commozione è sempre sorvegliata; e, anche quando il poeta si isola in lui e tutto pare concorrere - la struttura del periodo e della frase, la parola, perfino il segno d' interprenzione - alla immagine pura, l'Unamuno diabolico sprizza fuori dall'Unamuno acceso di lirismo : e la commozione si fiacca in lui all' improvviso. Bisogna vedere peraltro se questo è un difetto davvero : o non piut- , tosto il punto più singolare e moderno della fisionomia unamuniana. Quando io leggo i suoi < Tre romanzi esemplari> o < Nebbia>, o < Abele Sanchez >, ,o < il Cristo di Velasquez > o < La Fedra>, o < La Sfinge> io mi imbatto in momenti di pura e vera tragedia : e il dramma dei personaggi lo sento come di uomini in carne ed ossa ; ma ecco poi d' un tratto da una battuta, da un verso, da un inciso, da una interrogazione, da una parentesi, da una frase ripetuta con insistenza, da una fila di Biblioteca Gino Biancò ..

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