La Critica Politica - anno IV - n. 4 - 25 aprile 1924

Miguel de Unamuno Una sola volta io ho avvicinato Miguel de Unamuno; e non ero allor..a nelle migliori condizioni per potere, in quel colloquio, approfondire la conoscenza dell'Uomo., pur così noto a 1ne, e caro, attraverso l'opera vasta e la corrispondenza epistolare. Ero allora a Cervignano; e Unamuno, guidato dagli ufficiali dell'ufficio stampa del Comando Supremo veniva a vedere il nostro fronte. Non era solo ; e anche se avessi potuto (ma la mja timidezza fu tale e tanta che potei appena balbettare qualche parola di convenienza) un lungo colloquio e intimo non ce lo avrebbero permesso ; i superiori da un lato (quantunque, beninteso, essi lo sentisser.o nominare per la prima volta) i colleghi del comando supremo dall'altro; poichè coteste visite ufficiali dovevano essere condotte (per ordine di Cadorna) con metodo ; e le ore, non sciupate. Comparve adunque il maestro in fondo alJa scala che dal gia_rdino della villa dove eravamo alloggiati, saliva ai nostri uffici: e subito io riconobbi in_quella testa forte e adusta, che due occhi non grandi ma vivissimi e inquieti illu1ninavano, Lui. Procedeva innanzi a tutti, con passo agile e svelto : e come io lo salutai, con t~mido appello e commosso : maestro - egli 1ni aprì le braccia, paterno. Io gli strinsi la mano ; lo feci entrare ; e lo presentai li intorno. Tremavo un poco ; e poche parole gli seppi dire. Egli s'era intanto aperta · la giubba; e il suo largo petto dietro un panciotto chiuso fino al collo tutto si ad erse. Non ricorqo più di che cosa si parlasse ; ma certo non di letteratura. Aveva egli cominciato a rivolgermi la parola in castigliano ; ma poichè vide eh' io non potevo rispondergli nella sua lingua, venne subito a discorrermi in italiano : un po' scandito e lento, ma chiaro di dettato e di pronuncia. Intanto i presenti ci guardavano e studiavano: -cosicchè tutte le domande e le espressioni d'ammirazione che io avrei voluto dire, mi morirono in gola. E lo vidi, di n a poco, svelto e agile com'era venuto, risalire sull'automobile che lo aspettava; senza che tra me e Lui fosse corsa io non dico una lunga conversa~ione, ma neppure una parola sola che non si riferisse alla guerra ai generali ed ai soldati italiani. Niente. Io, un ufficiale; e Lui, Lui non altro che un intellettuale -italofilo in JnÌssione. Chi ci avesse visti da lontano, non avrebbe pensato -che quell'Uomo era il più grande scrittore della Spagna moderna ; ed io, \uno dei giovani italiani che più lo avevano ammiràto e lo ammiravano. Amara eco lasciò in me quella visita ; e per tutta la giornata non seppi <listrarmi in alcun modo : chè sentivo - e tuttora lo sento - come Biblioteca Gino Bianco

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