La Critica Politica - anno IV - n. 3 - 25 marzo 1924

LA LEGA DELLE NAZIONI COME NÉCESSITÀ STORICA 103 d'ogni Stato civile, cos) come sta facendo l'Inghilterra. In Inghilterra la Lega delle Nazioni è accettata - sia pure senza che ancora se ne veggano tutte le implicazioni - da tutti i partiti e dai loro capi responsabili. Nessun partito inglese osere·bbe sconfessarla; e l'attuale Governo laburista, senza la menoma obbiezione da parte degli altri due partiti ha organicamente coordinata l'opera del Ministro degli Esteri con quella della ·sua delegazione a Ginevra, e ha dato istruzioni a tutto il suo personale diplomatico affinchè esso si conformi nelle sue attività allo spirito della Lega e faccia capire agli altri Governi che per intendersi e rimanere in cordiali relazioni con l' Impero Britannico occorre conformarsi ai principii della Lega. Ora che cosa vuol dire conformarsi ai principii della Lega? Sostanzialmente vuol dire parecchie cose. Anzitutto vuol dire ritenere che al punto a cui siamo arrivati nello sviluppo dei metodi di distruzione e dei pericoli che ne nascono, non v' è più guerra tra grandi o tra piccole nazioni che interessi e che cost~ solo alle nazioni interessate e nella quale le altre non abbian diritto ad aver voce in capitolo. Significa quindi, in secondo luogo, ritenere che non v' è questione che, studiata ne' suoi meriti da persone competenti, non sia suscettibile di una soluzione vantaggiosa per tutti secondo criteri di equità. E che perciò ogni qual volta sorga una questione suscettibile di condurre a guerra, i membri della Lega s'impegnano a sottoporla a qualche forma d'arbitrato o ad accettar la soluzione proposta da una Commissione tecnica ad hoc, senza esclusione di cosidette questioni d'onore o prestigio nazionale. Significa esser convinti che non si tratta già di cristallizzare come sacrosanto l'attuale statu quo, sibbene di modificarlo di comune accordo ; perchè, ripetiamo, al punto cui si è giunti della tecnica della distruzione, l'alternativa allo statu quo attuale non è necessariamente nè per chi provoca la guerra nè per tutti gli altri, una miglior condizione di cose, sibbene fors' anco una situazione di gran lunga peggiore. Nel 1914 il calcolo delle probabilità di vittoria da parte di uno Stato in ispecial modo dedicatosi alla preparazione della guerra, come la• Germania, era certo di gran lunga più semplice che ora ; e nondimeno quante sorprese la guerra riserbò ai tedeschi I E da ciò segue che conf armarsi ai principii del1a Lega vuol dire mobilizzare l'opinione pubblica del mondo sul' punto controverso e contro chi si rifiuta di accettar la procedura prescritta dallo Statuto della Lega o di accettare i verdetti arbitrali ; e mettere, se occorre, al servizio' della Lega, per farne prevalere le decisioni legalmente prese, le sanzioni navali, economiche e militari necessarie. Uno Stato che sappia che, procedendo in una data guisa, si troverà contro cinquanta altri Stati solennemente impegnati a mettere contro di esso a disposizione della Lega i mezzi necessari a far valere l'autorità di questa, ci penserà su un bel· po' prima di passare il Rubicone. Si tratta d' un processo in tutto analogo a quello che rende irresistibile la forza della legge entro ogni sin ol o . . Biblioteca Gino Bianco •

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