La Critica Politica - anno IV - n. 3 - 25 marzo 1924

102 LA CRITICA POLITICA garantisce più alle nazionalità, a questi preziosissimi coefficienti di civiltà varia e dinamica, la sicurezza di cui esse hanno bisogno. La crisi del franco francese è, dopo la sconfitta della Germania, la più grande riprova di questa tesi. Il Trattato di Versailles, per quel che riguarda il problema delle indennità e della sicurezza francese, deve i suoi difetti capitali all'essere un compromesso ibrido fra due opposte concezioni della sicurezza, quella simboleggiata dalla Lega delle Nazioni, d'ispirazione britannico-americano e quello militare d'origine francese, sostanzialmente in prevalenza. L' ibridità del compromesso venne per un momento nascosta dal promesso patto di garanzia anglo-franco-americano. Venuto meno questo per il rifiuto dell'America e venuta meno la possibilità d' un'alleanza antico stampo pel rifiuto dell' Inghilterra, la Fran~ia credette provvedere alla propria sicurezza e alle riparazioni occupando la Ruhr. Ma la Ruhr, occupata certo soprat1:1tto a sc~po di sicurezza, non solo non ha dato luogo ad alcun pagamento di riparazioni, ma è anche costata enormemente ed ha contribuito a creare un tal deficit di bilancio in aggiunta al già esistente causato dalla guerra, che non può più esser coperto che solo in parte pur da nuove imposte; donde il ribasso del franco, non solo non frenato ma accelerato da sempre nuove emissioni di carta moneta. Ribasso che non può essere arrestato o riparato che da un prestito internazionale alla Germania che la metta in grado di pagare alla Francia subito quanto basta a colmare il deficit e di _rimettersi al lavoro per pagare il resto più tardi ; prestito per altro c~e non può avera garanzia una Germania fatta a pezzi e convulsa sibbene solo una Germania di bel nuovo economicamente una; il che implica l'abbandono francese della Ruhr ossia di quel che pareva il pegno supremo della sicurezza. In altri termini la Francia non può avere nè le riparazioni nè la sicurezza con le risorse d' una politica meramente nazionale, ma solo alle condizioni necessarie e sufficienti ad ottenere dal resto del mondo che ha capitali disponibili, la sottoscrizione al prestito alla Germania. Non si potrebbe immaginare trionfo più completo delle forze economiche sulle politiche, del punto di vista internazionale sul nazionale, di questo a cui assistiamo nella Francia patria e modello del nazionalismo in Europa, del tedesco di ieri, dell'italiano d'oggi. Quel che è accaduto alla Germania, quello a cui sta per andar incontro la Francia ove non s'arresti in tempo, non potrebbe esser evitato da alcun stellone all' Italia in circostanze analoghe e con molto minori risorse economiche. Il nazionalismo in oggi non può condurre che alla bancarotta e alla sconfitta. * * * Qual' è l'alternativa? L'unica alternativa sta nell'accettazione franca del complesso di principi di cui la Lega delle Nazioni è espressione e simbolo: sta nel far della Lega delle Nazioni il pernio della politica estera Biblioteca Gino Bianco . . ,

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