La Critica Politica - anno IV - n. 3 - 25 marzo 1924

142 LA CRITICA POLITICA Il " patriottismo " nel significato corrente, dopo il 1880 era diventato quasi un sentimento di classe, aristocratico e borghese - m~no che pel partito repubblicano, partito storico che richiamandosi di continuo alle fonti mazziniane, ne conservava la vecchia tradizione del 1848-60 - sinonim·o, pei patriotti di governo e pei più ru1noro-si giornalisti e letterati, di nazionalismo ed imperialismo. Le guerre coloniali furono in certo m(?dOla documentazione di fatto di questo 1nutamento di significato. Il patriottismo di Stato, che costringeva i soldati italiani ad- andare a violare le patrie altrui, era del tutto il contrario del patriottismo popolare, che da Santor re Santa rosaa Giuseppe Garibaldi, correva in aiuto di ogni popolo oppresso combattente per la sua libertà: in Grecia, in Spagna, in Polonia, in Francia, in America .... Ma sotto le parole cambiate, le cose ed i sentimenti reali eran sempre gli stessi, più o meno inconsci, più o meno confessati, - appena sotto la fraseologia esteriore si ricercavano delle idee concrete. Quelli che non ave- . vano idee, e si contentavan di urlare e fare i propri interessi, - molti, purtroppo I - non si possono considerare. Son quelli che tutte le idee hanno rinnegate, a seconda del vento che tira. Ma gli idealisti, quelli che seguivano una bandiera ed un partito per una propria fede, per una convinzi?ne matura, per un desiderio superiore di bene, con parole diverse, e magari in apparenza contrarie, continuavano a proclamare e difendere le verità eterne di giustizia e di libertà che erano nella coscienza dei " patriotti " del 1821, del 1831, del 184-8-49, del 1860•..• Gli altri, i nemici delle aspirazioni popolari e proletarie, eran sempre gli stessi paladini dell'ingiustizia e della tirannide, o i loro eredi diretti, - anche se organizzavano, come nel 1894 e nel 1898, la reazione in no1ne della "pa-- tria" - i quaJi avevan condannato a morte Mazzini e Garibaldi, che avevan fucilato, decapitato, impiccato Efisio Tola, Andrea Vo~hieri, Ciro Menotti, i Bandiera, Antonio Sciesa, Agesilao Milano, Monti e Tognetti, Oberdan .... ( La flne al p. n.). LUIGI FABBRI LA DEGENERAZIONE DEL COMBATTENTISMO < •••• Non potete fare un passo, assistere ad una cerimonia che non dobbiate subire il disgusto di udire una delle dodici mila nullità sonanti d'Italia proclamarsi sacerdote e custode del sacro fuoco dei morti, interprete del loro pensiero, assertore del loro sacrifizio. Moduli cinque, crocerossini, ufficiali P., esonerati, automobilisti ai comandi generali, profittatori, incettatori di avena o di riso sono tutti combattenti, chiedono posti, comandano, intricano, sono al Governo, diventano eroi nazionali. Ed allora, non vi pare, miei cari amici, che contin{iare a parlare di com-- battenti e di combattentismo è una ingenuità, è un fare il giuoco di quattro mestatori che giuocano coi valori del sacrijizio come giuocherebbero a carte, per guadagnare? Dal momento che questo combattentismo è degenerato in una volgare speculazione bisogna superarlo ed avere il coraggio di gridare: abbasso I Nessuno intende con ciò menomare il merito di coloro che hanno veramente combattuto e meritato della Patria, ma nessuno ha -il diritto di fare di qllesto merito un monopolio, e sopratutto di piegarlo ai propri fini attraverso volgari umiliazioni e più ripugnanti esibizioni. Ognuno porti a quel partito che crede il contributo della propria fede e del proprio eroismo. » •••• R. ALBATRELLI . Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==