La Critica Politica - anno IV - n. 3 - 25 marzo 1924

GLI ESORDI DELLA RIVOLUZIONE RUSSA 135 all' inesperto e non preparato proletariato rivoluzionario : e intraprende a governare la Russia secondo i principi di una onesta democrazia occidentale, della quale ha le caratteristiche, i pregi e i difetti: e non transige, appunto perciò, sul problema della guerra, che il nuovo governo vuole continuata per la realizzazi~ne del programma nazionale, quello di una più grande Russia, insediata a Costantinopoli, protettrice e sovrana di una più vasta Polonia. Contraddicendo, in tal modo, al vero naturale progra1nma della rivoluzione, che s'era scatenata per la pace, anche se non per la pace interna ; che non era stata fatta per la guerra, o almeno non per la guerra esterna. Il vero ideale immediato della rivoluzione fu cos) espresso dal giornale Dien : < La rivoluzione francese proclamava : morte ai re, pace ai villaggi; la rivoluzione russa proclama: morte all' imperialis1no, pace ai popoli>. Questo non era davvero l'obiettivo del nuovo governo. Gli autori della rivoluzione di marzo si erano evidentemente lasciati troppo facilmente strappare di mano le redini del potere: se essi volevano dare un senso alla loro iniziativa, erano neces- . sariamente costretti a continuare l'opera rimasta incompiuta, malgrado il · fulmineo successo : l' insurrezione di nove1nbre presto sopraggiunse a compiere il veritiero programma della rivoluzione. · * * * Nè soltanto per far cessare la lunga guerra la soldatesca pietrogradese aveva fatto causa comune con gli operai scioperanti e tumultuanti. Virginio Gayda ha scritto pagine vivide e penetranti (Il crollo russo, Torino, F.lli Bocca), nelle quali Io stato miserabile delle campagne è reso all'evidenza. I contadini che ingrossano le file dell'esercito agognano al possesso della terra. La grande riforma adottata, da Alessandro secondo, nel 1861, non aveva corrisposto alle speranze della popolazione del contado. La libertà aveva, alla fine, menomato l'estensione dell'area che ciascuna famiglia soleva coltivare e si era quasi abituata, malgrado la dura servitù della gleba, a considerare come sua propria. < Nel 1916 su sedici milioni di famiglie contadine censite nella Russia europea, un milione e 600 mila erano già assolutamente senza terra : due 1nilioni e mezzo avevano un'area minima di proprietà: tre milioni e mezzo possedevano meno di otto desiatine, una misura che si considerava ancora inferiore al bisogno minimo.> La popolazione contadina s'addensava su alcuni territort, mentre altri restavano spopolati ed incolti ; nè la colonizzazione delle vaste provincie desertiche poteva essere iniziata per la mancanza di strade, per la deficienza di scorte e di mezzi >. In queste condizioni il problema della terra si affacciava come preminente alla massa della popolazione e nelle file dell'esercito, affollate di contadini incolti e malcontenti. I due argomenti, della pace e della divisione della terra (dopo crollata la sola aùtorità coesiva, cui era riuscito . Bibli teca Gino Bianco .. ✓ •

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