LA DEMOCRAZIA ~ UN MITO ? 123 con Di Cesarò e la democrazia sociale e le viziosaggini parlamentaristiche siamo ancora in pieno nel mondo delle < vecchie carte politiche>, e che le mie congetture e le mie speranze riguardano, invece, l'avvenire. E, su questo punto, i fascisti hanno ragione. Tir-iamo le somme di ciò che il fascismo è, a diciotto mesi data dalla sua <rivoluzione>, e vedremo che esso può risolversi in questi due fatti: nel rin.ascere dèlla ideologia pratica del conservatorismo, e nel nascere di nuovi gruppi che lo propugnano e lo applicano; ovverossia che esso consiste in un processo di ringiovanimento delle vecchie correnti conservatrici. Ringiovanimento, rinnovamento, risveglio ecc. ecc .. Sono queste le parole che traducono l'ansia di creazione, e di personalità politica, da cui, tutte le classi e tutti i partiti sono stati agitati dopo la guerra, e da cui, sotto pena di morte, anche le correnti di democrazia dovranno essere incitate e modellate. Siamo dinanzi a una esigenza gene- , raie ; è un ritmo biologico più che politico ; si tratta di un impulso vitale più assai che di un calcolo macchiavellico. Il fascismo è riuscito, per le stesse ragioni per cui alle classi borghesi è ri.uscito, in questo quarto d'ora di vincere la piccola borghesia e il proletariato stupidamente disgiunti, di identificare il fascismo colla <giovinezza> dell'intero pae_se. Ma, in realtà, il fascismo non è altro che il "giovane ,, conservatorismo, e ogni classe, ogni parti-to, ogni ceto ha avuto e ha la necessità di far il suo tuffo nell'acqua di Giovinezza. Il comunismo che cosa è? È il rinnovamento e l' infuturamento, attraverso gli uomini di venti o di trent'anni, del vecchio socialismo. E dei popolari, non si può giustamente dire che sono, suppergiù, un'estensione e un rinfrescamento dei vecchi clericali? Solo il liberalismo non è stato capace di avere seriamente la sua <giovinezza>; ma anche questo è giusto: perchè esso non è che conservatorismo puro e semplice e, come tale, il suo ringiovanimento si chiama fascismo, capitolazione din~nzi al fascismo . .1Vla è questa la controprova che, se pure la democrazia non è, come vuole il marxismo oltranzista maccheronico, che la maschera perfida del capitalismo e della borghesia, anch'essa può e dovrà avere il proprio rinnovamento. A questo proposito non è male ricordare, visto che lo si dimentica spesso, che, già prima di quest'ultima crisi, dei tentativi di risveglio e di mise au point delle tendenze democratiche vi sono stati. In quel primo con1battentismo, che si chiamò appunto del Rinnovamento, non è difficile scorgere i segni d'una rinascita - sfortunatissima - del pensiero della democrazia. E il fascismo stesso, alla sua origine, che cosa altro fu se non questo? E non è, del resto, quello stesso impulso originario quello, che oggi suscita, un po' dappertutto, il fascismo dissidente? Ma, anche se si vuole indizii e documenti più vicini a noi e che testimonino del sopravvivere della tendenzialità democratica, pur dopo la vantata estirpazione fascista, non c'è, caro Pierangeli, che da guardarsi d'attorno. Trascurate pure, se volete, tutte le indicazioni spicciole e inorganiche di questo nascente stato d~ spirito, che è di sinistra, che è antifascista e che non è socialista: trascurate l'opposizione dei ceti intellettuali a uno stato di cose che, impo- ~endo un figurino ai cervelli, li mortifica e li annulla; trascurate .la energica fronda, che scuote la grande massa dei combattenti; trascurate il pullulare delle opposizioni della mezza gente che cerca una formula di opposizione - e quale se non la democrazia? - al proprio malcontento di Biblioteca ·Gino Bianco
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