La Critica Politica - anno IV - n. 3 - 25 marzo 1924

98 LA CRITICA POLITICA L'incubo della forza - che è il presidio più certo del regime _..:_ grava come una cappa di piombo su tutto e su tutti ; la forza uccide il consenso, e nessun tentativo vale a togliere di dosso al fascismo la camicia di Nesso di cui si è rivestito. Le dichiarazioni del Governo e delle gerarchie del partito sul loro intendimento che le elezioni si svolgano liberamente non trovan.o credito sufficiente a renderle efficaci ; gli episodii di violenza che si verificano hanno una risonanza cos) vasta e pronta da annullare quelle dichiarazioni. Nelle precedenti elezioni gli episodii di violenza anche se numerosi non assurgevano all'importanza di quelli odierni, perchè quelli apparivano slegati e questi appaiono coordinati a sistema. La frase leggendaria della legalità che uccide si rovescia : oggi è l' illegalità che uccide, creando il vuoto attorno al partito dominante, per quanto esso sia e appaia numeroso, per quanta folla si addensi sotto le sue bandiere; il partito dominante ha cosi netta la sensazione di questo vuoto, che nelle stesse liste fiancheggiatrici vede una insidia di oppositori, i quali si camuffano da amici. per calcolo o per paura e hanno l'ani- -mo preparato a gettar la maschera, alla prima occasione favorevole. Il periodo elettorale, che sta per chiudersi, non ha evidentemente portato alcun contributo efficace a quella pacificazione degli animi, che è indispensabile per l'interiore rafforzamento della compagine nazionale, di cui volenti o no fanno parte tutti gli italiani : e ali' indomani del 6 aprile · rimarrà aggravato il problema che l'on. Amendola nettamente poneva nel suo recente scritto, e che è il maggiore fra quelli che pesano sulla generazione· attuale. Se non torni la cordialità nei rapporti fra italiani e italiani, se non si diffonda la sensazione che il periodo delle turbolenze postbelliche è definitivamente chiuso e che tutti debbono porsi al lavoro per la grandezza d'Italia senza lotte fratricide ; se non si generalizzi la persuasione che agli interessi generali della Patria bisogna subordinare a fatti e non a parole soltanto le proprie ideologie, ambizioni e interessi e che entro i limiti fissati dalla legge i dissensi di opinione sono leciti e i contrasti di interessi indispensabili per il progresso e Io sviluppo di ogni società I civile, quel problema non si risolve, e il contrasto soffocato avvelenerà nelle sue intime fibre la nostra stirpe meravigliosa. · L' Italia ha bisogno sopratutto di pace e di disciplina interna; la pace e la disciplina coattivamente imposte da un partito prevalente, accumulano odii e rancori, che possono esplodere violentemente o paralizzare grado a grado la vitalità interiore nostra. Al raggiungimento di questa pace o di questa disciplina interna mira la nostra lotta per la- libertà, che non si identifica con la licenza dei demagoghi e non ammette un'autorità atale di pura esteriorità, cui oggi non prestano certo ossequio con i fatti i Giunta del partito dominante. F. ARIELI Biblioteca Gino Bianco ..

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