La Critica Politica - anno IV - n. 3 - 25 marzo 1924

• 108 LA CRITICA POLITICA discorrono della lega delle Nazioni, si è che un'altra guerra mondiale come l'ultima rischierebbe di scuotere il controllo della razza europea sulle altre in Africa e in Asia ; controllo sotto la cui egida soltanto esse sono un po' emerse e stanno ogni cl) più emergendo dalla loro barbarie o dalle loro inferiorità o decadenze. Pur nell'ultima guerra, nelle ore buie del 1917, vi fu un uomo di Stato giapponese, il Conte Okuma, che credette non lontano il giorno in cui le legioni giapponesi avrebbero potuto marciare fino alla Manica e ai Pirenei. Sicuro. Una delle cose rese non più impossibile e improbabile dallo sviluppo di mezzi di distruzione e dall'eventuale fallimento della causa della Lega gli è il ritorno del pericolo di invasioni asiatiche in Europa ed il costituirsi di potentissime monarchie militari in Asia, vaste come continenti, ricche di materie prime e di mano d'opera docile e a buon mercato, di fronte alla quale l' industria eu(opea, paralizzata da organizzazioni operaie qua e là ostili al progresso meccanico e al lavoro intenso e assiduo, non potrebbe reggere che dietro alte tariffe 19resto o tardi provocanti guerre per isfondarleL' opera della razza europea, da Alessandro a Cesare, per far deHe sponde del Mediterraneo il baluardo della civiltà contro la < barbarie > può ancora andar travolta da questa per secoli e secoli, almeno in Europa, se .... le forze che ci hanno condotto alla Lega, non la consolideranno entro il presente secolo. Le obbiezioni summenzionate al carattere della Lega delle Nazioni sono quindi semplicemente assurde sotto tutti i punti di vista da cui le si voglia considerare; chi teme che la Lega sia infeudata ad una ò due potenze dovrebbe, prima di screditarla, contribuire alla serietà della Lega stessa capitanando le forze eventu~lmente avverse a un tale infeudamento ; chi ha di che lagnarsi porti i suoi lamenti innanzi alla Lega stessa e chi dubita della serietà dei propositi altrui cerchi alrneno di metterli alla prova sollevando questioni concrete su cui la Lega .e i suoi organi debbano pronunciarsi. L'alternativa è tra l'accettare seriamente la Lega, impegnandosi a difenderla e a perfezionarla e il ripudiarla; e non può ripudiarla in linea di principio se non chi, in fondo, teme che la Lega diventi una realtà seria, e invece di accettare graduali modificazioni dello statu quo, di comune accordo, in conformità con studi tecnici e decisioni arbitrali, preferisce rischiar di mettere a soqquadro il mondo intero nella speranza che nel guazzabuglio gli sia dato ottenere più di quello che nella comune opinione dei competenti divenuta opinione pubblica mondiale legittimamente gli spetti. Non può ripudiarla insomma se non chi preferisce un salto nel buio a metodi razionali e preferisce farsi giustizia da sè anzichè affidarsi alla libera discussione e alla scienza e coscienza dei più competenti tra i suoi simili di tutti i paesi. Con questa logica, che è la logica di chi, anche in seno a ogni Stato civile, cerca farla alla legge e invece che un rimedio ci vede un nemico, non si sarebbe mai nemmeno potuto arrivare alle fo'rme più elementari dello Stato. Lo Stato in fondo non è che l'organizzazione della propria icurezza interna ed esterna, che una data società è capace di darsi. Biblioteca Gino Bianco . .

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