BANCA ED INDUSTRIA 57 , differenza di quel che oggi avviene - la domanda di energia superi di molto l'offerta, e produttori e distributori possano sfruttare in pieno la loro posizione di monopolisti. Si calcola che oggi l'Italia abbia utilizzato un po' meno di un quarto della sua forza idraulica trasformabile in energia elettrica. È evidente l'interesse dell'economia nazionale che questa utilizzazione sia ·fatta nel più breve tempo e nella miglior forma possibile: e per qualche anno è sembrato che con questo interesse genera-le coincidesse anche quello delle grandi società produttrici, che dal 1917 · in poi hanno fatto a gara per assicurarsi il maggior numero possibile di concessioni ed hanno inizi~to, sebbene in misura enormemente inferiore, nuovi lavori d'impianto. 1 Ma in parte per l'altissimo costo delle costruzioni ed assai più per l'eli1ninazione quasi totale della concorrenza fra le varie imprese, molti di quei lavori han cominciato a _rallentarsi ; e se nel frattempo la richiesta non ricomincierà a salire colla rapidità degli ultimi anJ?i di guerra, vi è il pericolo che, ultimati i lavori in corso, le nuove costruzioni si arrestino completarnente. Non vi è infatti alcuna ragione perchè il monopolio non compia in questo campo gli stessi effetti che esso compie in tutti gli altri; e che non si trovi molto più utile e sicuro trarre il massimo profitto dagli impianti esistenti taglieggiando i consumatori piuttostochè correre l'alea di spese ingentissime per la costruzione di impianti . nuov1. * * * L'inconveniente dei trusts, dei cartelli, dei monopoli è senza dubbio comune a tutti i paesi a rapido sviluppo capitalistico, e contro di esso sono state d~l tutto inefficaci le leggi restrittive e proibitive. Il solo correttivo veramente efficace si è sempre trovato nell'abbondanza stessa del capitale e nella possibilità illimitata della concorrenza, che ha permesso a lungo andare il costituirsi di nuove imprese indipendenti dai più potenti sindacati. Il pericolo è invece più grave in paesi come il nostro dove la formazione del capitale è ancora assai lenta, e dove sopratutto · il risparmio è ancora estremamente riluttante agli investimenti industriali che devono essere fatti per la massima parte attraverso le banche. In queste condizioni il monopolio esercitato, direttamente ed indirettamente, da un solo Istituto di Credito può determinare il form~rsi di una situazione,. solida forse e sicura, ma statica, può determinare cioè un arresto quasi totale nel nostro sviluppo industriale. Il rim~dio, altra volta tenta~o, di far sorgere coll'aiuto dello Stato is_tituti concorrenti, rappresenta, com'è confermato dalla esperienza troppo recente e dolorosa, un pericolo maggiore di quello che si vorrebbe evita~e. Resta solo da augurarsi che, acceleratasi la formazione dei risparmi ' . iblioteca Gino Bianco -
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