La Critica Politica - anno IV - n. 2 - 25 febbraio 1924

CARLO CATTANEO E LA « BIBLIOTECA POLITICA ITALIANA,, 85 niale ma debole e talora inesatto; speciahnente quando narra gli avvenimenti a' quali ha partecipato ; un ancor più debole organizzatore di movimenti federalistici, perchè costantemente in lotta con un invincibile scetticismo e con l'ipercriticismo caratteristico della sua mente poderosa; ma indubbiamente un grande scienziato dell'economia e della sociologia, colui che, mentre i martiri morivano sulle forche o ne' tor- ' menti dell'esilio per fare libera ed una l' Italia, studiava e risolveva spesso fin da allora i problemi maggiormente necessari a mantener poi in vita quell'Italia quando fosse stata libera ed unita e che preparava intanto indeiessamente i materiali per la storia. Un precursore, dunque, cioè un uomo che vive nel suo presente spesso a disagio, agitando idee che . trionferanno nel domani; un uomo che non tramonterà mai, perchè prevedere le necessità del futuro, e provvedervi, vuol dire legare il proprio nome non soltanto a quel momento del futuro in cui avviene la realizzazione delle idee e dei progetti p~nsati, ma al futuro sempre più futuro, per la logica concatenazione degli avvenimenti derivanti da un .. unico principio, per lo sviluppo necessario che ogni idea deve avere nel tempo, in cui il presente ed il futuro si compenetrano annullandosi e danno luogo all'immanenza dell'essere. Si ponga mente - per tacer d'altro - alla straordinaria efficacia dovuta al Politecnico del Cattaneo, dal 1839 al '44, e poi dal 1860 in avanti, alla precisa visione ch'egli ebbe dell'importanza delle ferrovie transalpine, al risultato magnifico che scaturì dai suoi studi economici ed agricoli sulla Lombardia. E di codesti meriti, che oggi gli Italiani riconoscono al Romito di Castagnola, della fama che gli danno completa ed unanime quale principe degli economisti lombardi del secolo XIX, egli sarebbe certamente fierissimo, perchè per gli studi e per la raccolta degli elementi necessari agli studi era specialmente chiamato e vi riuscì in modo eccellente, mentre l'azione politica non faceva per lui, così co1ne non era affar suo organizzare, al pari di Mazzini, rivoluzioni e guerre da affidarsi ai seguaci. Ma pur s' ingannerebbe a partito chi volesse fare del Cattaneo un semplice studioso, astratto nelle intangibili sfere del pensiero, perchè il suo pensiero fu anche azione, in quanto era pensiero essenzialmente politico, cioè rivolto alla soluzione de' problemi economici e sociali che l'Italia nuova si sarebbe trovata innanzi appena risorta a libertà. Mentre, insomma, gli altri - cioè gli apostoli, i guerrieri, i diplomatici - facevano gli Italiani degni della libertà, il Cattaneo studiavasi di preparare un'Italia grande, forte e prosperosa, in tutto degna dei nu.ovi Italiani. Fatta l'Italia, conveniva fare gli Italiani, ma non era un problema da ~saurirsi in un momento speciale ed una volta sola ; perchè è invece necessario che sempre l'Italia si faccia - cioè diventi migliore - e sempre gli Italiani si facciano più degni· del loro paese, per quella legge intuita da Mazzini, che prescrive alle nazioni, come agli individui il progresso indefinito. Dell' importanza sempre maggiore che gli Italiani Biblio· eca Gino Bianco

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