84 LA CRITICA POLITI CA stica-repubblicana al fuoco di un'azione rivoluzionaria, che dovrebbe partire dagli emigrati raccolti intorno ai loro capi in !svizzera e a Parigi. Sembra dunque un periodo fremente di azione in ogni campo ed in cui parrebbe più che mai lontano il proposito d'una attesa di tempi migliori tiella pacifica raccolta di documenti. Ma chi bene studia questo periodo, e l'apparente vastità delle iniziative rivoluzionarie, specialmente mazziniane, confronti con la loro sostanziale e pratica inefficacia - per cui nel volgere di pochi mesi s'esaurirono in una disorganizzazione assoluta delle forze e delle direttive, soltanto aggiungendo nuove pagine al martirologio italiano - no'n può non riconoscere che anche questa volta il Cattaneo era coerente alla posizione inizialmente assunta il 18 marzo del 1848, poichè condannava ogni tentativo rivoluzionario, quelli mazziniani del pari che i ferrariani, anzi questi ·ultimi forse più severamente de' pritni. Non si peritava egli di scrivere al Ferrari nell'agosto del 1850: « Io voglio rimanere nel puro stato contemplativo. E nulla vale sostituirsi allo stato maggiore di un esercito che ora non esiste, e che non può sorgere se non da un'opinione vera, iniziata e fomentata da lunga discussione>. Condannava codesti tentativi certamente perchè era convinto della loro inopportunità, e infatti il fallimento che tristemente li coronò, immolando nuovi martiri a Milano e a Mantova, se1nbra dargli . ragione. Ma se il Risorgimento italiano dovesse soltanto giudicarsi alla stregua degli insuccessi che corrisposero alle congiure, alle insurrezioni ed alle guerre, esso si ridurrebbe ad un complesso di atti temerari o folli, uno più condannabile dell'altro ; mentre gli insuccessi non furono sterili mai, ed anzi furon spesso assai più fecondi delle vittorie e de' colpi ottimamente riusciti, perchè ribadirono negli spiriti l'odio contro lo straniero, formarono, con l'esempio del dulce et decorum est pro patria mori, l'educazione patriottica ed i1npressero magnifiche energie di sviluppo alla coscienza nazionale. Ogni forca piantata dall' Al)str~a in Italia fu una ferita mortale ch'essa inferse con le proprie mani al proprio organismo, indebolendo, fino a farlo del tutto cessare nel 1866, il suo dominio in Italia e precostituendosi gravissime ragioni di debolezza anche per il cinquantennio seguente, come è dimostrato dallo sfacelo che l'Austria colpì nel 1918. Tuttavia, se questa ripugnanza che il Cattaneo prova~a istintivamente davanti ad ogni tentativo insurrezionale rivelava in lui una certa miopia nel giudicare della prassi politica del momento, non certamente toglievagli o diminuivagli la facoltà di vedere con limpido sguardo di filosofo l'importanza che per la storia futura avrebbero assunto i documenti, in particolare quelli che per la loro stretta attinenza col movimento rivoluzionario italiano fosse stato pos·sibile sottrarre all'impenetrabilità delle cancellerie degli Stati. O io m'inganno, o veramente il giudizio. definitivo, che la storia darà del Cattaneo sarà il seguente. Uno storico geBibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==