La Critica Politica - anno IV - n. 2 - 25 febbraio 1924

STUDI! STORICI Carlo Cattaneo e la ''Biblioteca Politica Italiana ,, Giuseppe Ferrari diceva che i contemporanei ignorano il senso storico dei propri atti e quindi possono trascurare la conservazione dei documenti, che il tempo farà divenire storici. Questo appunto, giusto in sè stesso e quasi sempre meritato dai nostri antenati, non si potrebbe assolutamente muovere a Carlo Cattaneo, che fra tutti gli uomini del nostro Risorgimento si distingue per l'interessamento e per l'ardore con cui provvide a salvare dalle dispersioni e dal trafugan1ento molti documenti politici, come dimostrano i tre volumi dell'Archivio Triennale, i ventotto volumi de' Documenti della Guerra Santa, la raccolta delle carte offici~li della Polizia Austriaca, ecc. Si direbbe che il Cattaneo fin da' tempi suoi intuisse una delle necessità maggiori del nostro tempo, che spinge gli studiosi ad incominciare le loro ricerche storiche dagli archivi pubblici e privati; e poichè a questa sicura percezione dell' importanza che sarebbe stata un giorno attribuita ai documenti egli sempre congiunse l'operosità più indefessa e più disinteressata affinchè fossero sistematicamente raccolti ed ordinati, io credo dovere esser il Cattaneo annoverato fra i più benemeriti archivisti italiani del Risorgimento. Non creò egli, presso la Tipografia Elvetica di Capo lago, anche un Archivio /storico contemporaneo italiano ? Uno speciale ex-libris con tale intestazione veniva applicato nell'interno de' libri appartenenti a tale Archivio che però costituiva un organismo distinto dalla Tipografia Elvetica; o meglio, due istituti diversi, sebbene integrantisi a vicenda, fiorivano in Capolago, e cioè l'azienda tipografica, di proprietà d' Alessandro Repetti e diretta prima dal De Boni e poi dal Daelli, e l'azienda editoriale, integrata dall'Archivio, svolgente un'attività promossa dal Cattaneo con la cooperazione del Daelli, come ho narrato in un precedente articolo ( 1). Ma quando le persecuzioni del governo austriaco non permisero più alla Tipografia Elvetica di continuare in Capo lago l'opera sua coraggiosa e la forca eretta nel Campo di Marte in Venezia per uccidere Luigi Dottesio (11 ottobre 1851) dimostrò che da nessuna crudeltà sarebbe rifuggito il governo austriaco, pur di ridurre al silenzio l'officina donde erasi sprigionata luce vivissima d' it~lianità nell'ultimo decennio, allora parve (1) Documenti risolutivi per la storia della Tip. Elv. di Capolago, in: La Critica Politica dicembre 1923. BibliotecaGino Bianco

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