La Critica Politica - anno IV - n. 2 - 25 febbraio 1924

PATRIA E LIBERTÀ 69· . La causa della patria, secondo Mazzini, consisteva sopratutto nella sua unità. Con la sola unità. l' Italia avrebbe~ potuto bensl diventare potente e gloriosa dinanzi allo straniero, ma la libertà Ie era necessaria per essere felice ali' interno. Questa felicità, derivante dal ,sentimento della dignità individuale e dalla coscienza dei diritti inerenti alla natura d'uomo, premeva assai a Mazzini - e perciò questi combatteva per una Italia libera - ma non doveva premere in seguito a coloro che, separando di fatto la causa della nazione da quella della libertà del popolo, ne affidaron le sorti ancora una volta ad una monarchia (1). In quell' iniziale separazione dei due elementi sta in germe la causa della sconfitta, sul terreno pratico, della idea repubblicana in Italia. Parecchi, da Gioberti a Crispi, si schierarono a fianco di Mazzini finchè videro nella repubblica e nella libertà popolare le condizioni indispensabili, il mezzo migliore, per giungere ali' unità; ma lo abbandonarono, las~iando solo il Maestro, non appena scorsero nella soluzione < regia> il giusto mezzo che li conducesse allo scopo senza il disturbo di far troppe concessioni ali~ tendenze egualitarie e libertarie del popolo, le quali spaventavano i patriott 1 moderati e i rivoluzionari più temperati. . Giuseppe Mazzini nella < Giovine Italia> insisteva che la rivoluzione doveva essere fatta pel popolo e dal popolo, primo elemento delle rivoluzioni, gittando in mezzo alle turbe i magici nomi della libert~ e dell'egaaglianza, proclamando l'intento sociale della rivoluzione, chiamando le moltitudini all'opera. < Ma le moltitudini - egli avvertiva - intendono il grido di libertà più che quello d'indipendenza>, poichè per esse la tirannide è tremenda, sia essa cittadina o straniera; e per l'uomo del popolo il barbaro è l'esattore, il doganiere, il gendarme, la spia, anche se non veste l'assisa austriaca. Perciò egli consigliava: < Mormorate alle generazioni la parola di libertà, la parola dell'avvenire; e voi vedrete il popolo levarsi, rompere il sonno, e le abitudini dell'inerzia, ed inoltrarsi gigante ; poichè i popoli si rinnovano alla parola dr libertà, come gl' individui all'amore > (2). LA LIBERTÀ SACRIFICATA COL PRETESTO DELL'UNITÀ. Risolle.vando l'antico grido italiano Il popolo ! il popolo ! Giuseppe Mazzini ubbidiva bensl alla convinzione che senza l' intervento del popolo non era possibile libertà, ind.ipendenza ed unità della patria; ma all'animo suo profondamente onesto, ed inoltre' affezionato alla causa popolare, avrebbe ripugnato ogni idea di sfruttare le tendenze rivoluzjonarie del popolo per l 1) Gustavo Modena, che aveva fatto attivamente parte della Giovine Italia, si rammaricava nel 1859 con queste parole: < Caro mio, fu un grande sbaglio il mettere l'Unità al disopra della Libertà. La < Giovine Italia> è stato un semenzaio di livree unitarie, ed hanno accomodato una unità a spezzoni e a decadi, per mascherare il servtlismo >. - Politica ed Arte. - Epistolario di Gustavo Modena (G. Barbera, Firenze, 1888), lettera del 7 novembre 1859, p. 277. (2) Cito ·solo poche frasi d'una delle piil belle pagine di Mazzini, per economia di spazio. Ma bisognerebbe leggerne assai di piil. Vedi Scritti editi ed inediti, voi. I della Edizione Nazionale (Coop. Tipografi.ca P. Galeati, Imola), p. 198. ,.. Biblioteca G·no · . 1anco •

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