LA NUOVA LOTTA E IL P. P. I. 61 incapacità a dirigere, la sua costituzionale impotenza a salvar sè e il paese dal prepotere del governo centrale, mancipio delle categorie parassitarie, il paese si disinteressa dell'esperimento parlamentare. E per • uscir dalla paralisi, per gettarsi nell'azione, aspetta parole più chiare. Che cosa dunque vuol dire che < il metodo elettorale mette in condizioni di inferiorità i partiti autonomi di fronte alla lista governativa >? Questo potrebbero dire i liberali di Salandra. Che vuol dire che il p. p. scendendo in lotta < vuol contribuire a far ritornare la vita pubblica alla .sua normalità costituzionale, ed opporsi ad ogni attentato contro l' istituto parlamentare e contro le libertà politiche della nazione >? Ma.... non si tratta di questo. Il Parlamento non esiste più, buona gente. Ma il metodo elettorale non mette in condizioni di inferiorità i partiti autonomi per la ragione lapalissiana che ogni funzione parlamentare è da un pezzo abolita, sono annientati i partiti. Che cosa può fare qualsiasi opposizione in Parla1nento? Ma è la lotta politica che non esiste più, da un pezzo. E non si tratta di normalizzare lo stato presente di cose che è un cul di sacco senza uscita, ma di sfasciarlo. Anche Don Sturzo pensa così. E allora? Ma lè preoccupazioni elettorali, se pur non debbono perdersi di vista, non facciano dimenticare l'essenziale, il rovesciamento spirituale da operare nel paese. II centro della lotta contro lo stato presente di cose va spostato fuori, nel paese. Se il fascismo vuol mantenere, con solenne incongruenza l' istituto parlamentare da esso stesso disprezzato e destinato, ora più che mai, a cader nell'ultima abbiezione per la sua infunzionalità che fu già un fatto ed ora è un proposito di esso fascismo, non dà che una nuova prova della propria incapacità ad accordare la prassi con le sue premesse ideali. Ma appunto per questo bisogna guardarsi dal commettere l'errore che Mussolini, col fatto stesso che non dà importanza alla lotta, mostra di saper evitare, sviarsi cioè dietro il fumo lasciando l'arrosto. Del Parlamento bisogna dire : aut sit sicut esse debet (non sicut erat), aut non sit. E, non c'è da dubitare, rinasceranno parlamento e parlamentarismo, solo se e. in quanto si rie1npiranno di contenuto reale, solo in quanto potranno assolvere al naturale compito di tutela della democrazia e degl'interessi delle categorie sin orà, con insigne stoltezza politica, conculcate. Se no, meglio lasciarlo buttare a mare definitivamente ; rivolgersi ad at- · tua re fo~me di partecipazione più diretta del popolo al potere, le quali siano più stabili, ci tolgano una buona volta alle annuali crisi d'indirizzo, assidano lo Stato su basi ben altrimenti solide che non quello fragilissime vantate sin ora, senza nemmeno crederci, dai vari governi. Ad ogni modo non confondere il principale· con l'accessorio. Il problema dunque pel p. p., come del resto per gli altri partiti, è di darsi un contenuto il più seriamente liberale possibile. Ora, innanzi al nuovo p~ogramma, che è il vecchio, il problema si presenta tale e quale. Parlare, come quello fa, oggi, che la vuotaggine parolaia nazional- ."blioteca Gino Bianco '
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